Vita Chiesa

GIUSTIZIA E PACE: A PALERMO INCONTRO DEI SEGRETARI EUROPEI. RICORDO DI DON PUGLISI

“Palermo è un luogo simbolico di impegno alla riconciliazione ecclesiale ed anche sociale con il territorio, tramite le pratica della ‘vita buona’, della legalità, della testimonianza. Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia, è divenuto una icona di questo impegno e lo ricorderemo in questi giorni di incontro”: così mons. Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale sociale e il lavoro, spiega il senso del “Meeting Secretaries General” che si aprirà a Palermo questo pomeriggio e che vedrà radunati fino a domenica tutti i segretari delle Commissioni Giustizia e Pace delle Conferenze Episcopali Europee. “Insieme ad incontri di preghiera, come quello di oggi pomeriggio in apertura, ci saranno anche momenti di memoria e impegno – aggiunge mons. Tarchi -. Questa sera il regista Roberto Faenza commenterà il film ‘Alla luce del sole’ che narra dell’omicidio Puglisi. Domani saremo nella piazza dove don Pino è stato ucciso e ci sarà una messa per ricordare tutti i morti di mafia, leggendo i loro nomi”. Durante le giornate interverranno l’arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo, il presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali mons. Arrigo Miglio, suor Carolina la religiosa che era accanto a don Puglisi al Centro “Padre Nostro”, mons. Giancarlo Bregantini vescovo di Campobasso.

“L’impegno per la Giustizia e la legalità nasce da un coraggioso slancio verso la riconciliazione con le terre umiliate dalla violenza, attraverso la confisca ai Mafiosi dei loro possedimenti, una riconciliazione con quanti sono disposti a cambiare vita”, ha detto mons. Paolo Tarchi (Cei) parlando dell’incontro odierno a Palermo. “Noi auspichiamo che anche il parlamento Europeo si esponga sempre più chiaramente nella lotta alla criminalità mafiosa progettando disposizioni che regolino sempre meglio la confisca dei beni e il loro riutilizzo in progetti di sviluppo della legalità”. Secondo Tarchi “è decisivo proseguire nella difesa dei pochi ma coraggiosi ‘testimoni di Giustizia’, in Italia come in tutta Europa. Essi sono onesti cittadini che mossi da un alto senso civico hanno denunciato gli uomini della mafia esponendosi al rischio della vendetta. L’adempimento di un dovere di legalità ha comportato per loro – sottolinea – il radicale mutamento e stravolgimento della loro vita. In cambio dalla comunità dovrebbero ricevere protezione e la possibilità di vivere dignitosamente. I testimoni sono cittadini esemplari, imprenditori veramente degni dell’onorificenza di “Cavalieri del lavoro” del Presidente della Repubblica”.

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