Vita Chiesa

GMG SYDNEY, VEGLIA CON I GIOVANI; BENEDETTO XVI: ACCOGLIETE I DONI DELLO SPIRITO SANTO

“Accogliete nel vostro cuore e nella vostra mente i sette doni dello Spirito Santo! Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita!”. E’ l’esortazione rivolta oggi da Benedetto XVI ai giovani convenuti all’ippodromo di Randwick per la veglia di preghiera dedicata allo Spirito santo (testo integrale). “Radunati davanti alla nostra Croce che ha tanto viaggiato e all’icona di Maria, sotto lo splendore celeste della costellazione della Croce del Sud”, questa sera, ha detto il Papa, “fissiamo la nostra attenzione sul ‘come’ diventare testimoni cristiani” in “un mondo che per molti aspetti è fragile”. “L’unità della creazione di Dio – ha spiegato – è indebolita da ferite che vanno in profondità, quando le relazioni sociali si rompono o quando lo spirito umano è quasi completamente schiacciato mediante lo sfruttamento e l’abuso delle persone”, e la società subisce un “processo di frammentazione a causa di un modo di pensare che è per natura sua di corta visione, perché trascura l’intero orizzonte della verità”. Per il Pontefice, il relativismo “ignora quegli stessi principi che ci rendono capaci di vivere e di crescere nell’unità, nell’ordine e nell’armonia”. “Soltanto in Dio e nella sua Chiesa – è il monito papale – possiamo trovare quell’unità che cerchiamo”. Di qui l’invito a “coltivare l’unità” e a superare la tentazione di “andare avanti da soli”, considerando la propria “comunità locale” come “un qualcosa di separato dalla cosiddetta Chiesa istituzionale, descrivendo la prima come flessibile ed aperta allo Spirito, e la seconda come rigida e priva dello Spirito”. “Siate vigilanti! Sappiate ascoltare!” ha esortato ancora il Pontefice, durante la veglia di preghiera a Randwick. “Arricchiti dei doni dello Spirito, voi avrete la forza di andare oltre le visioni parziali, la vuota utopia, la precarietà fugace, per offrire la coerenza e la certezza della testimonianza cristiana!”. “Nei nostri cuori – ha proseguito Benedetto XVI – sappiamo che solo il Signore ha ‘parole di vita eterna’. L’allontanamento da lui è solo un futile tentativo di fuggire da noi stessi. Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia” e “lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, durevole, vero”.

La Persona “in vari modi” dimenticata “della Santissima Trinità”: così il Papa ha definito oggi a Randwick lo Spirito santo, sottolineando la difficoltà di “una chiara comprensione di lui” e rammentando che, “giovane sacerdote incaricato di insegnare teologia”, tra i “testimoni eminenti dello Spirito nella storia della Chiesa”, scelse di studiare Sant’Agostino. E proprio all’insegnamento del vescovo di Ippona Benedetto XVI ha ispirato la riflessione offerta oggi ai giovani. Tre, per il Papa, le “intuizioni” del Santo. Anzitutto che “la qualità peculiare dello Spirito è l’unità”. “Solo nella vita di comunione – spiega il Pontefice – l’unità si sostiene e l’identità umana si realizza appieno”. “Lo Spirito Santo come amore che permane” è “la seconda intuizione di Agostino”. “Per sua natura l’amore è durevole. Ancora una volta, cari amici, possiamo gettare un ulteriore colpo d’occhio su quanto lo Spirito Santo offre al mondo: amore che dissolve l’incertezza”; che “supera la paura del tradimento” e “porta in sé l’eternità”. Infine “lo Spirito Santo come dono”, ossia come “Dio che eternamente si dona”.

Per Benedetto XVI, “osservando questo dono incessante, giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica” e comprendiamo “perché la ricerca di novità ci lascia insoddisfatti e desiderosi di qualcos’altro”. “Ispirati dalle intuizioni di Sant’Agostino – ha esortato i giovani convenuti per la veglia di preghiera a Randwick -, fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!”. “I doni dello Spirito che operano in noi – sono ancora parole del Papa – imprimono la direzione e danno la definizione della nostra testimonianza” e “ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa”, che “deve crescere nell’unità, rafforzarsi nella santità, ringiovanirsi, e costantemente rinnovarsi” secondo i “criteri dello Spirito santo! Volgetevi a lui, cari giovani, e scoprirete il vero senso del rinnovamento”. “Invochiamo lo Spirito Santo – è l’invito del Papa – : è lui l’artefice delle opere di Dio. Lasciate che i suoi doni vi plasmino! Come la Chiesa compie lo stesso viaggio con l’intera umanità, così anche voi siete chiamati ad esercitare i doni dello Spirito tra gli alti e i bassi della vita quotidiana. Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l’arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i Sacramenti, per essere così sorgente di ispirazione e di aiuto per quanti sono intorno a voi”. “La vita – ha precisato Benedetto XVI – non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio. Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni”. Di qui l’esortazione: “Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”. A conclusione, come una consegna, le parole pronunciate dalla beata Mary MacKillop a ventisei anni: “Credi a ciò che Dio sussurra al tuo cuore!”.

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