Vita Chiesa

Giornalisti: card. Bassetti, “racconto degli eventi vero e credibile, no a narrazioni complottistiche o negazioniste”

“Le proprie convinzioni personali, oggi, sembrano avere più importanza del reale svolgimento dei fatti. Un racconto ben fatto, ben costruito, e che va incontro ai gusti, ai desideri e alle convinzioni del pubblico, può addirittura sostituirsi alla verità ed essere ugualmente creduto come vero”. Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, nell’omelia della messa che ha celebrato, ieri, nella cattedrale di San Lorenzo, nella festa liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Alla sfrontatezza della polemica, san Francesco di Sales seppe contrapporre la mitezza del confronto – ha ricordato il porporato –. Alla battuta tagliente seppe sostituire la parola amorevole. Attraverso un dialogo incessante e una dolcezza infinita, che non barattò mai con l’annuncio del Cristo, riuscì a raggiungere le persone più lontane dalla Chiesa. E con l’uso dei manifesti, infine, seppe parlare a tutti”. Poi, l’attenzione del cardinale sulla “pandemia terribile che non solo uccide migliaia di persone, ma rompe relazioni umane, attacca la famiglia, distrugge il lavoro”. “Nella nostra società, si è abbattuta una piaga sanitaria e sociale prodotta dal virus. Un virus che solo gli scienziati con il loro microscopio riescono a vedere e che, proprio per questo, qualcuno, in modo irresponsabile, ne arriva a mettere in discussione addirittura l’esistenza”, ha osservato il card. Bassetti. Nelle sue parole la consapevolezza che “si tratta in realtà di un morbo che attacca i più deboli e i più fragili e che sta sconquassando il nostro tessuto sociale e anche le nostre comunità ecclesiali”. Quindi, l’incoraggiamento a “fare di tutto per combatterlo”. “Con la virtù della prudenza, prima di tutto. Con la vaccinazione, come ha sottolineato Francesco, perché è ‘una scelta etica’. E anche con un racconto degli eventi vero e credibile, senza lasciarsi ammaliare da narrazioni complottistiche o negazioniste”.

“C’è troppo silenzio su questi ragazzi e ragazze che si stanno caricando, inconsapevolmente, il peso sociale più gravoso di questa pandemia: questi giovani stanno rinunciando alla loro giovinezza, alla loro spensieratezza, al loro dinamismo”. Ha poi proseguito il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Il pensiero del porporato è per “tutti coloro che stanno soffrendo per la perdita dei loro cari – la nostra diocesi, per via del morbo, ha perso tre sacerdoti –, per tutti coloro che si trovano in ospedale e, infine, per le famiglie che si sono spezzate, o sono entrate in crisi a causa di questa pandemia”.

Il cardinale ha ricordato anche “tutti i ragazzi”. “In particolar modo” il pensiero è andato “agli adolescenti che vivono un’età di transizione, di crescita personale delicata e fondamentale per la loro vita, ma che sono costretti a viverla chiusi in casa, senza poter stabilire le normali relazioni sociali”. Rivolgendosi a loro, il presidente dalla Cei li ha esortati a “dare un senso alle vostre rinunce”. “Anche se obbligatorie, e quindi impopolari, sono un gesto d’amore verso i più deboli, i più fragili, i più anziani. Sono rinunce che fate per amore dei vostri nonni, dei vostri vecchi, dei vostri disabili”. “State facendo uno sforzo grande, ma abbiate fede in Dio come l’hanno avuto i discepoli. Seguite Gesù e farete cose grandi nella vostra vita”, ha concluso Bassetti.