Vita Chiesa

Giornata vita consacrata: messaggio Cei, «fondamento nella gioia della misericordia»

«Ogni vera esperienza di vita consacrata» deve «trovare il suo principale fondamento nella gioia della misericordia assaporata personalmente»: «Ogni vocazione, la vostra in particolare, proviene da uno sguardo che è allo stesso tempo espressione di misericordia e di elezione da parte del Signore (miserando atque eligendo). Solo nella misura in cui siete consapevoli di avere ricevuto e di ricevere continuamente, anzitutto nella preghiera, l’amore misericordioso, potete offrire una gioiosa testimonianza di vita evangelica». È quanto si legge nel messaggio che la Commissione episcopale Cei per il clero e la vita consacrata ha elaborato in occasione della 20ª Giornata mondiale della vita consacrata che si celebra oggi. La «prima missione», prosegue il documento, è «quella di trasformare le vostre comunità in luoghi nei quali ogni giorno imparate a mettere in atto il dono e il perdono reciproco, la correzione fraterna, la mutua accoglienza delle diversità e il servizio. Questo diventa un prezioso laboratorio delle virtù umane e cristiane nelle quali concretamente s’incarna la misericordia». I vescovi sollecitano anche «a riscoprire e a rileggere i propri carismi in ordine alla missione evangelica di portare la tenerezza di Dio agli uomini sfiduciati che, feriti dalla vita, hanno chiuso il cuore alla speranza». In questi ultimi secoli, lo Spirito «ha suscitato una molteplice varietà di carismi dediti soprattutto ai tanti poveri ed emarginati a causa delle nuove ideologie»: «Non sono stati proprio questi carismi a tenere in piedi ‘l’architrave della misericordia’ e a sorreggere la vita della Chiesa?».

Attuare «una profonda revisione di vita che porti a superare pesantezza e stanchezza, a non cedere alla mediocrità e alla mondanità spirituale, a non fare della vita consacrata un luogo protetto, a svegliarsi e ad abbandonare ogni stile di vita non evangelico», è l’invito contenuto nel messaggio. «Le tre parole che il Papa vi ha indicato nel logo per l’anno della vita consacrata sono: Vangelo, Profezia, Speranza. Siate sempre portatori della gioia del Vangelo – si legge nel documento – in una società sazia e, tuttavia, triste e senza orizzonti di senso. Lo farete attraverso la Profezia della vostra vita povera, casta, obbediente, con cui svegliare un mondo addormentato nell’edonismo e nell’indifferenza. Così diventate testimoni di Speranza per tanti fratelli e sorelle che si sentono soli e tentati dalla disperazione per le situazioni che attraversano. In particolare per chi si sente più disgraziato, abbandonato e miserabile, voi dovrete essere sguardo di compassione e mani operose, riflesso di quella tenerezza immensa di padre e di madre con cui Dio ama tutti i suoi figli». «Vi supplichiamo di essere volti concreti dell’amore di Dio che si china sulle molteplici miserie. Date un volto alla misericordia – conclude il messaggio -, fate risplendere nella vostra testimonianza lo splendore del volto di Cristo, accogliendo il profugo, il drogato, l’affamato e nudo, il senza casa o senza lavoro, il coniuge separato o divorziato, il bambino abusato, l’anziano solo, il carcerato, il malato incurabile, il padre e la madre che non sanno come portare avanti la famiglia». «Voi persone consacrate siate quegli angeli che accompagnano le sorelle e i fratelli feriti ad attraversare con fiducia la porta della misericordia».