Vita Chiesa

Giubileo, Papa Francesco: «La pienezza della grazia è in grado di trasformare il cuore»

«C’è sempre la tentazione della disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita indipendentemente dalla volontà di Dio». È il monito del Papa, che nell’omelia ha ricordato che «la festa dell’Immacolata Concezione esprime la grandezza dell’amore di Dio», che «previene, anticipa e salva». Così, «le parole della Genesi riportano all’esperienza quotidiana che scopriamo nella nostra esistenza personale». No, allora, alla «tentazione della disobbedienza»: per il Papa, «è questa l’inimicizia che attenta continuamente la vita degli uomini per contrapporli al disegno di Dio». «Eppure, anche la storia del peccato è comprensibile solo alla luce dell’amore che perdona», ha assicurato Francesco: «Se tutto rimanesse relegato al peccato, saremmo i più disperati tra le creature, mentre la promessa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tutto nella misericordia del Padre». «La parola di Dio che abbiamo ascoltato non lascia dubbi in proposito», ha sottolineato il Papa: «La Vergine Immacolata è dinanzi a noi testimone privilegiata di questa promessa e del suo compimento».

«Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio sarà sempre nella luce della sua misericordia». È l’invito centrale dell’omelia del Papa, che alle migliaia di persone presenti oggi in piazza San Pietro ha ribadito che «questo Anno Straordinario è dono di grazia». Poi, riferendosi al gesto che lui stesso compirà dopo, ha spiegato: «Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca, è Lui che ci viene incontro». «Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia», ha preconizzato Francesco nel giorno in cui inizia il Giubileo. «Quanto giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia!», ha esclamato il Papa: «Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia».

«Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amati; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma», ha detto ancora il Papa, che nell’omelia  è sembrato riferirsi indirettamente alla tragica situazione internazionale, che ha costretto anche Roma, a causa delle minacce terroristiche, a moltiplicare gli impegni per tutelare la sicurezza dei cittadini e dei fedeli presenti oggi in piazza San Pietro per l’inizio ufficiale del Giubileo. «Attraversare la Porta Santa – ha auspicato Francesco riferendosi al suo invito di poco prima, «anteporre la misericordia al giudizio» – ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore».

«Il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo». Prima di aprire la Porta Santa, Papa Francesco ha ricordato «un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo». «Questa scadenza – ha ammonito – non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede». Poi la definizione del Concilio come «un incontro»: «Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa a uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in se stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario». «Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro», l’istantanea del Papa per attualizzare quanto è avvenuto 50 anni fa.

«Dove c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo, e portare la misericordia e il perdono di Dio». Questo l’invito finale dell’omelia. «Una spinta missionaria – ha proseguito attualizzando la lezione del Concilio, che si è concluso esattamente cinquant’anni fa – che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo». «Il Giubileo – ha concluso Francesco – ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio». «Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano», l’augurio del Papa per l’anno giubilare.

Piazza San Pietro si era riempita stamani di tanti fedeli, che si sono sottoposti ad accurati controlli delle Forze dell’ordine. Seduto in piazza, accanto alla figlia Laura, c’è il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato è accompagnato da una delegazione con a capo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e comprendente, tra gli altri, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, il commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, e il prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Presente anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Tra le delegazioni ufficiali: quelle del Belgio, con il re Alberto e la regina Paola (regnanti non più in carica dopo l’abdicazione di Alberto in favore del figlio Filippo), insieme alla principessa Astrid e al consorte principe LorenzJohannes Singhammer