Vita Chiesa

Giubileo, riscoprire le opere di misericordia corporali

Il mercoledì delle ceneri, con il segno della cenere sul capo, segna l’inizio della quaresima. Il rito della lavanda dei piedi, del giovedì santo, ci introduce nel Mistero Pasquale. La quaresima è un cammino che coinvolge tutta la persona dalla testa ai piedi. Il cristiano inizia il percorso della conversione del cuore con l’annuncio: convertiti e credi al Vangelo. Il Vangelo che nell’arco di quaranta giorni ci rende capaci di accogliere questa parole di Gesù: fate questo in memoria di me.

Questo cammino di trasformazione ha come protagonista La Misericordia. La misericordia di Dio Padre che ha compassione dell’uomo ferito a causa del male, e l’uomo chiamato ad accogliere e riconoscere la compassione di Dio in Gesù Cristo che si fa nostro fratello nelle gioie e dolori della vita. In questo intreccio tra la libertà di Dio di rispettare la libertà della creatura amata si inserisce l’azione della grazia che fa misericordia: essa tutto spera, tutto sopporta, consola, guarisce, è paziente, perdona, ama.

Il fine del nostro agire ce lo ricorda Gesù nell’ultima cena con i suoi amici più intimi: fate questo in memoria di me. Questa meta ci è descritta nella Bibbia come un’opera di misericordia che interviene e agisce nella realtà di limite dell’uomo. Infatti per ognuno dei grandi personaggi della storia della salvezza, la misericordia mette in luce senza ritegno le debolezze e i lati d’ombra. Questo è consolante per noi. Infatti gli uomini e le donne della Bibbia non sono sollevati dagli scontri e dalle minacce. Essi vanno sempre a finire nelle trappole insite nella propria predisposizione naturale o nelle tentazioni di lasciarsi condizionare dal di fuori e di adeguarsi passivamente. Proprio negli alti e bassi di forza e debolezza, di luce e ombra, di fiducia e angoscia, di amore e odio l’uomo e la donna devono dare prova di sé. La Bibbia ci descrive vie avventurose e piene di pericoli per arrivare a diventare persone con un cuore capace di amare come Dio ama nella sua misericordia.

Il Messaggio di papa Francesco per la quaresima: Misericordia io voglio e non sacrifici (Mt 9,13). Le opere di misericordia nel cammino giubilare, ci aiuta a trovare le modalità concrete per dare una forma all’invito di Gesù: fate questo in memoria di me.

Papa Francesco dice: la misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo.

Lazzaro, che significa Dio aiuta, è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo. Lazzaro è simbolo dell’umanità che soffre a causa della guerra, dell’ingiusta distribuzione dei beni, causata da un sistema economico finanziario che ha fatto della ricerca del profitto il suo dio. Papa Francesco è più incisivo in quanto dice: ci sono strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli.

La Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche i «superbi», i «potenti» e i «ricchi» di cui parla il Magnificat hanno la possibilità di accorgersi di essere amati dal Crocifisso, morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere.

Il cammino della quaresima, di questo anno giubilare, ci permette di trovare la sintesi delle opere di misericordia nelle parole di Gesù: fate questo in memoria di me.

Ma cosa significa agire in memoria di Cristo? Il finale della guarigione dell’indemoniato di Gerasa così come ce la racconta il Vangelo di Marco ci può aiutare a coglierne il senso: «Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te”. Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati». L’incontro tra Gesù e l’indemoniato fa vedere le resistenze e convulsioni nostre davanti alla sua parola. Nell’indemoniato vediamo la nostra schiavitù, e preferiamo il «nostro» male al «suo» bene. Al suo desiderio di «essere con» Gesù, questi risponde inviandolo in missione. Ormai è apostolo, perché in grado di raccontare agli altri ciò che il Signore gli ha fatto, annunciando la sua misericordia.

Agire in memoria di Cristo è essere missionari della misericordia perché Dio rivela la sua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono. Testimoniare la misericordia è il compito che il Vangelo affida ad ogni credente, affinché possa rendere conto che l’agire in memoria di Cristo è il nuovo stile di vita dei Figli di Dio.

*Comboniano

Le 7 opere di misericordia corporale

  1. Dare da mangiare agli affamati

  2. Dare da bere agli assetati

  3. Accogliere gli stranieri

  4. Vestire gli ignudi

  5. Visitare i carcerati

  6. Visitare i malati

  7. Seppellire i morti