Vita Chiesa

Gmg, Rousseff al Papa: amicizia nel segno della pace e della giustizia

La presidente ha detto che «combattiamo contro un nemico comune in tutte le sue forme», quello che è contro «la dignità dell’uomo» – ha proseguito – ricordando «la sensibilità nel Brasile per il fatto religioso, grazie anche alla presenza di numerosi culti». Rousseff ha poi detto che «la globalizzazione non è indifferente in rapporto al prossimo e alla difesa della dignità degli uomini», parlando di chi soffre, di quanti non hanno lavoro, della violenza diffusa e della lotta alla povertà in Brasile. «Soprattutto – ha detto – lo facciamo insieme alla Chiesa cattolica che cerca di fare il più possibile nei confronti dei più poveri, di quanti stanno per strada e nelle carceri». Ha poi invocato una «alleanza di cooperazione per vincere le difficoltà». «La fede oggi ci aiuta a crescere», ha sottolineato dicendo che «ci sono nuove sfide» riferendosi alle persone che hanno contestato il Governo e impegnandosi a fare il meglio per rispondere alle loro attese.

Un secondo abbraccio commosso, dopo quello di accoglienza all’ingresso del Palazzo Guanabara, da parte della presidente del Brasile, Dilma Rousseff a Papa Francesco: è stato questo il gesto spontaneo con cui la rappresentante di tutto il popolo brasiliano ha voluto ringraziare il Papa argentino per il discorso caloroso e impegnativo con il quale il Pontefice si è presentato alle autorità, ai vescovi e ai diplomatici nel suo primo momento pubblico di questa visita. Rousseff ha ribadito la «fede» del popolo del Brasile, la disponibilità a collaborare con la Chiesa nella sua azione a favore dei poveri, l’impegno per assicurare a tutto il popolo, specie ai più poveri, migliori condizioni di vita. Dai primi commenti emerge la sensazione che la presidente Rousseff intenda presentare al Papa, nel corso dell’ormai imminente dialogo privato che avrà con lui, una sorta di proposta comune per lottare insieme contro la povertà che nel Paese è molto diffusa tra gli oltre 200 milioni di abitanti. In Brasile, infatti, convivono quasi in una «sfacciata» vicinanza i grattacieli dove abitano i ricchi e, sotto di loro, le sterminate bidonville di poveri.