Vita Chiesa

Gmg, mons. Galantino: «come si può invocare il Padre e chiudere il cuore a chi è profugo e perseguitato!»

(dagli inviati Sir a Cracovia).  Commentando le letture, tutte incentrate sulla preghiera, mons. Galantino ha ricordato che «Gesù non propone formule nuove né raccomanda dei riti, indica piuttosto un percorso delineato nelle parole del Padre Nostro». Preghiera che, per il segretario della Cei, «va recitata in piedi, pronti a partire, a fare qualcosa di nuovo nella nostra vita». Così facendo «si impara a pregare, a pensare e a vivere in comunione con gli altri, riconoscendo che Dio non è solo mio Padre, ma è nostro Padre, e chiedendogli non solo che perdoni i peccati individuali, ma i nostri debiti». Portare davanti a Dio «tutti i suoi figli».

«Continuo a domandarmi – ha sottolineato il segretario Cei – come si possano tenere le mani giunte in preghiera e poi con le stesse mani respingere il fratello che chiede di essere accolto! Continuo a domandarmi come si possa con la stessa bocca invocare il Padre e pronunziare dei ‘no’ decisi e sprezzanti di fronte al bisogno del fratello! Continuo a domandarmi come si possa elevare la propria mente a Dio e semmai impegnare la stessa mente a trovare giustificazioni per chiudere il proprio cuore dinanzi a chi è profugo e perseguitato!». Una preghiera autentica, per mons. Galantino, «contribuisce a rinnovare il mondo e la società in cui viviamo. Sono tanti i motivi di dolore e di preoccupazione che incontriamo attorno a noi: un circolo di violenza e di follia omicida tenta di avvolgere lo spazio pubblico e di trascinare in basso, nel timore e nella tristezza, la convivenza umana. Ciò rischia di alimentare la diffidenza e dar vita a un individualismo ancora più esasperato, che non può che spegnere la felicità di ognuno». Dando inizio alla XXXI Giornata mondiale della gioventù, ha concluso, «vogliamo che questi giorni di incontro e di riflessione, di preghiera e di festa, siano un’occasione propizia per contrastare questa mentalità, così contraria all’uomo. Un’opportunità per dire che c’è un altro modo di vivere. Questo dovete fare voi giovani. Questo viene chiesto oggi alla Chiesa. Con la preghiera e l’esempio».

Alla Messa erano presenti decine di volontari che in questi giorni di Gmg saranno in servizio a «Casa Italia» che da ieri ha aperto le sue porte ai giovani italiani in arrivo. A tagliare il nastro lo stesso mons. Galantino che ai giovani ha consegnato la bandiera italiana donato dal presidente della Repubblica italiana, Mattarella: «Il Tricolore è affidato a voi, ragazzi, perché ciò che facciamo lo facciamo anche in nome dell’Italia e per la nostra Patria».

L’inaugurazione di Casa Italia. «Offrite quello di cui oggi c’è estremamente bisogno ovvero relazioni nuove, belle e pulite e entusiasmanti. Relazioni che sappiano costruire un mondo diverso, più bello e non quello che stiamo registrando in questo periodo», ha poi detto il segretario generale della Cei, ai giovani volontari italiani che prestano servizio presso «Casa Italia», la struttura voluta dalla Conferenza episcopale, al centro di Cracovia, per dare un punto di incontro e accoglienza ai gruppi italiani che stanno arrivando per la Gmg. 

Al taglio del nastro il segretario della Cei ha consegnato ai giovani volontari una bandiera tricolore donata a «Casa Italia» dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. «Voi volontari – ha detto Galantino – vi mettete in gioco per venire incontro alle esigenze dei giovani in arrivo. Lavorate con il sorriso, fate esperienze costruttive anche per la società e per la Chiesa». Per il segretario della Cei «i volontari stanno dando una grande testimonianza specie a coloro che fanno fatica a mettersi in cammino in un mondo che sembra porre ostacoli continuamente. Mi piacerebbe – ha aggiunto – che la biografia dei volontari fosse conosciuta un po’ di più. La vostra esperienza di volontari deve essere posta accanto a quella di tanti altri ragazzi che purtroppo non hanno la fortuna di essere qui anche per non avere ricevuto la testimonianza giusta per rimettersi in gioco».

Riferendosi alla Gmg che si aprirà ufficialmente martedì 26 luglio, mons. Galantino ha detto che «i giovani sono felicemente imprendibili, carichi di entusiasmo. Chi arriva qui a Cracovia conosce bene la realtà del suo Paese di provenienza e non potrà che portare, al suo ritorno, una sola parola quella di Cristo, che è parola di pace». Un impegno che riguarda anche quei giovani che non sono partiti per la Gmg ma che «da casa possono sin da ora fare da ponte per far ricadere sul territorio ciò che a Cracovia si sta vivendo».