Vita Chiesa

Grosseto, mons. Cetoloni su emergenza profughi: «Lampedusa è qui tra noi»

Quando il 3 novembre scorso la Chiesa di Grosseto promosse la fiaccolata silenziosa nel centro della città, ad un mese dalla strage del mare vicino alla costa di Lampedusa, che provocò la morte di oltre 300 profughi, ci dicemmo che “Lampedusa è qui”, perché quella piccola isola del Mediterraneo e della nostra Italia non era e non è una realtà separata dal destino di tanta umanità che bussa anche alle nostre porte.

In quella serata ci dicemmo anche che come donne e uomini di buona volontà spettava a tutti noi recuperare la visione di una umanità che sappia farsi realmente fraternità e saper dire – con Papa Francesco – un no deciso e convinto alla “globalizzazione dell’indifferenza”.

A distanza di pochi mesi Lampedusa è davvero qui e ha i volti dei 40 profughi che questo nostro territorio sta accogliendo. Il Ministero dell’Interno e le istituzioni locali sono impegnate a gestire al meglio l’accoglienza e la permanenza di questi fratelli, ma non possiamo immaginare di delegare la gestione di questa emergenza alle sole istituzioni preposte.

L’incontro con i volti e la vita di questi fratelli chiama in causa tutti noi, la nostra capacità di accogliere con premura e benevolenza chi già ha vissuto sofferenze ed è alla ricerca di un’esistenza buona.

La Diocesi di Grosseto è pronta e si sta preparando a mettere a disposizione propri spazi a Batignano per ricevere e dare la più degna ospitalità a questi nostri fratelli. Tuttavia l’impegno è di tutti e per tutti: sta a ciascuno di noi individualmente e come comunità civile immaginare le migliori modalità di accoglienza e soprattutto sta a ciascuno di noi chiedersi che cosa questo incontro può suggerire alla nostra vita e alla vita di questa terra, perché nessun incontro è casuale, né può essere vissuto ed interpretato come un accidente.

Davanti a noi troviamo uomini e donne con la nostra stessa dignità, verso i quali dobbiamo sentirci invitati ad esercitare la custodia e l’attenzione che si deve sempre ad ogni persona.

Invito tutte le parrocchie, nelle Messe di domenica, a pregare per questi fratelli ed esorto tutti, anche coloro che sono lontani dalla fede, a lasciarsi coinvolgere da questo evento, che chiama in causa il nostro modo di essere donne e uomini che sanno costruire ponti e che non si voltano in modo indifferente dall’altra parte.

+Rodolfo, Vescovo

La Diocesi di Grosseto – informa una nota – «nella sincera e convinta volontà di partecipare alla sofferenza di questi fratelli, ha messo a disposizione delle istituzioni civili la struttura di Batignano, di cui è gestrice. Questo territorio già nel recente passato si è aperto all’accoglienza e in quelle circostanze la Diocesi aveva già messo a disposizione suoi spazi, nella convinzione profonda che una tradizione di accoglienza sia ancora testimoniata e offerta per riappropriarci tutti insieme del valore della fraternità: la nostra globalizzazione ce la giochiamo con questa esperienza. E’ il Vangelo la fonte ispiratrice. A fronte della misura di emergenza che si è manifestata nelle scorse ore, la cooperativa Solidarietà è Crescita sta provvedendo ad allestire gli spazi per accogliere 25 dei 40 profughi perché la struttura è calibrata su questi numeri. Noi facciamo volentieri la nostra parte, perché a questa ci spinge la carità».

La Caritas diocesana sta provvedendo a fornire il vestiario e i prodotti per l’igiene personale (teli da doccia, saponi, shampoo ecc..), da mettere a disposizione dei profughi nella struttura di Marina di Grosseto. Il trasporto dalla sede Caritas di via Alfieri a Marina di Grosseto è garantito dalla Croce Rossa Italiana