Vita Chiesa

I funerali del Papa e la voglia di «esserci»

DI DON FRANCESCO SENSINI«Ho visto il funerale del papa in Tv. Ho ascoltato l’omelia del celebrante ma non ho contato quante volte è stata interrotta dall’applauso dei fedeli in piazza San Pietro. Lo hanno fatto, invece, tutti i quotidiani che il giorno dopo hanno sottolineato come l’omelia sia stata interrotta per ben «tredici volte». Se erano quattro lo avrebbero notato? E se invece fossero state sedici?

Non sarà, mi sono chiesto, perché nella vita del papa il giorno tredici è il giorno del suo attentato e allo stesso tempo è il giorno della Madonna di Fatima? Lui stesso aveva collegato queste date.

Mi è venuta subito in mente una telefonata di una carissima amica che riflettendo sul numero tredici mi ha fatto notare che tredici era la somma dei numeri dell’ora della morte del papa (21,37), e lo stesso risultato si otteneva sommando i numeri del giorno della morte (02042005).

Voglio pensare che non si tratti di pura coincidenza. Non era certo un segreto l’amore del papa per la Madonna: «Totus tuus». Tutti abbiamo visto quella grande M sotto la croce evidenziata nella sua bara. Spero che per tante persone i «numeri» siano come il mantello di Gesù per la donna malata di cui parla il vangelo (Luca 8,39).

Ho partecipato in questi giorni ad un cinquantesimo di matrimonio. Il celebrante ha iniziato l’omelia dicendo: il vescovo ha detto di essere spiritualmente vicino a voi. Dentro di me ho avuto una reazione. Spiritualmente vicino: che cosa vuol dire? In questi giorni ho visto migliaia di persone che non si sono accontentate di essere spiritualmente vicine al papa. Hanno avuto la forza e la costanza di render visibile quello che avevano dentro quello che provavano quello che sentivano. Potremmo dire che la loro «amicizia» per il papa si è fatta carne. Molti hanno letto questo «esserci» come il desiderio più o meno cosciente che l’uomo ha oggi di vedere la fede, di toccare la fede. Altri addirittura hanno sottolineato come l’«esserci» era la risposta ad un papa che ha fatto del suo corpo il più grande mezzo di comunicazione.

E se il prossimo papa invece di fare i viaggi (essere tra la gente), evitando così critiche e difficoltà, annunciasse ai paesi da visitare: «Vi sono vicino spiritualmente», sarebbe la stessa cosa?

Le parole di Gesù sono semplici e chiare: andate e annunciate. Come si fa a dar da mangiare o dar da bere ad uno al quale siamo vicini solo spiritualmente? Come si fa ad amare una persona alla quale siamo solo spiritualmente vicini? Gesù nella sua vita terrena, senza dubbio spiritualmente vicino a tutti, ha guarito solo quelli che hanno incontrato il suo corpo. Siamo nell’anno della Eucarestia. Anche noi oggi possiamo incontrarlo perché ci dice «questo è il mio corpo: prendete e mangiate».