Vita Chiesa

IL PAPA SCRIVE SCRIVE AI PRATESI PER LA FESTA DEL 350° DELLA DIOCESI

«Ben volentieri mi unisco alla gioia di tutti gli abitanti di codesta Terra, augurando loro di proseguire ad edificare, con fiducia e laboriosità, una società sempre più solidale, sulla base delle antiche tradizioni spirituali che ne costituiscono il patrimonio più prezioso». Lo scrive il Papa Giovanni Paolo II nel Messaggio indirizzato ai pratesi tramite il Vescovo Gastone Simoni.

La lettera autografa, pubblicata con grande evidenza dall’Osservatore Romano, è già di per sé un evento per la Diocesi. Il Vescovo Simoni ne darà lettura questa sera durante la solenne celebrazione in Duomo.

Giovanni Paolo II, dopo aver ripercorso brevemente la storia della Chiesa pratese, invia un cordiale saluto al vescovo Simoni «e al suo caro predecessore, mons. Pietro Fiordelli, primo Vescovo residenziale della Chiesa diocesana di Prato».

«Il 19 marzo 1986, durante la mia visita alla Città di Prato – scrive il Papa – ebbi modo di sottolineare come la “Città e il Tempio” nella vostra Diocesi abbiano camminato in stretta sintonia lungo i secoli, a beneficio dell’intera cittadinanza. Grazie infatti alla presenza di un’attiva Comunità cristiana la popolazione di Prato, coltivando una sincera devozione a Santo Stefano protomartire e soprattutto alla Beata Vergine nel culto del Sacro Cingolo, ha visto maturare al suo interno svariati frutti di santità». Giovanni Paolo II cita per tutti S. Caterina De’ Ricci, la «santa di Prato».

Nel riferirsi al duplice anniversario – il 350° dell’istituzione della Diocesi e del titolo di città conseguito da Prato – il Papa sottolinea la secolare collaborazione esistente tra le autorità religiose e civili e afferma: «Con gioia ho appreso che, in vista di questo speciale anno giubilare, l’intesa fra le Autorità ecclesiali e quelle civili si è ancor più rinsaldata grazie anche alla costituzione di un Comitato comprendente la Diocesi, il Comune e la Provincia di Prato. Auspico di cuore – prosegue il Papa – che ciò consenta di valorizzare appieno la rievocazione degli avvenimenti che hanno segnato il passato di codesta Terra. Il cammino sinora percorso sia motivo di slancio specialmente per le nuove generazioni che, corroborate dai valori della tradizione, avanzeranno così verso nuovi traguardi di concordia e di civiltà».

Prima di impartire la sua benedizione, il Pontefice rivolge ai pratesi l’augurio più sentito: «Il cammino giubilare, che si concluderà il 26 dicembre 2004, possa essere per tutti un tempo di conversione, di rinvigorimento della fede, di rilancio apostolico e di rinnovata comunione ecclesiale. Sia, questo anniversario, un’occasione provvidenziale per meglio comprendere che la vocazione alla santità è estesa a tutti e va proposta con coraggio e pazienza anche alle nuove generazioni».