Vita Chiesa

ISTITUTO TONIOLO: 90° DI FONDAZIONE, UNA RISORSA PER TUTTA LA CHIESA

(Milano) – “Uno dei momenti più difficili della storia nazionale caratterizzato da tensioni originate dagli sconvolgimenti prodotti della Grande Guerra e dai cambiamenti negli equilibri politico-sociali”. A descrivere il contesto sociale italiano del 1920, anno di fondazione dell’Istituto Toniolo, è Maria Bocci, docente di storia, intervenuta al convegno “Un’idea di libertà”, organizzato in occasione del 90° dell’Istituto garante e fondatore dell’Università Cattolica. È in questo contesto che il gruppo guidato da padre Agostino Gemelli, Alida Barelli, don Francesco Olgiati, con il sostegno del cardinale Ferrari, riprese il mandato di Giuseppe Toniolo, scomparso nel 1918, dando vita all’Istituto con il preciso intento di costituire un Ateneo dei cattolici italiani. “Un cammino – continua la docente di storia – a cui non mancò mai il sostegno di papa Benedetto XV. Per questo l’ateneo fu percepito da subito come un’opera non milanese ma nazionale e una risorsa per tutta la Chiesa italiana”. “Nella visione dei fondatori – continua Bocci – la libertà dell’insegnamento doveva servire non solo a garantire il diritto alle famiglie cristiane ad impartire ai figli un’educazione non contraddittoria con la fede, ma anche a un confronto fecondo tra mondo cattolico e cultura moderna”. Da qui la scelta di Milano una città “moderna e in grande crescita economica”.“Un’opera di popolo radicata nel corpo vivo del cattolicesimo italiano”. Così Daniele Bardelli, docente di storia contemporanea, ha definito la nascita dell’Istituto Tonilo prima e dell’Università Cattolica poi, intervenendo al convegno organizzato a Milano per i novant’anni di fondazione dell’Istituto fondatore e garante dell’Università Cattolica. “Se è vero che i finanziamenti per l’avvio del progetto arrivarono dal conte Lombardo che mise a disposizione di padre Gemelli e del suo gruppo un milione di lire per l’acquisto della prima sede – spiega il docente – non si può dimenticare l’importanza dei contributi arrivati fin dal principio da quella che i fondatori definirono folla delle piccole anime”. Fin dalla sua fondazione, l’Istituto poté, infatti, sostenere le attività dell’Ateneo nascente grazie ai piccoli oboli che arrivavano copiosi dai ceti più bassi; operai, contadini, piccoli commercianti contribuirono in maniera determinante anche grazie alla nascita, già nel 1921, dell’Associazione amici della Cattolica e della giornata per l’Università Cattolica che si diffuse velocemente in tutta Italia. “Un radicamento popolare e una mobilitazione dei cattolici – conclude il docente – che è entrato in crisi a partire dalla contestazione degli anni Sessanta ma che resta fondamentale per l’Ateneo”.Promuovere all’interno dell’Università Cattolica un osservatorio permanente sui giovani che “periodicamente si faccia promotore di analisi e riflessioni sulla percezione che i giovani hanno della Chiesa italiana e del suo rapporto con la società civile”. La proposta arriva dal presidente dell’Istituto Toniolo, il card. Dionigi Tettamanzi, a conclusione del convegno. Questa rappresenta la prima di una serie di osservazioni sulla “mission” dell’Ateneo, fornite per l’occasione dal consiglio permanente del “Toniolo”. “L’Istituto – ha spiegato il card. Tettamanzi – è chiamato ad essere portatore di dinamismo e propulsore di prospettive”, per questo “si è impegnato a maturare una serie di riflessioni sulla ‘mission’ della Cattolica”. “L’Università Cattolica – ha proseguito il presidente – può fare molto per ripresentare alla cultura dominante di oggi un vero senso della Chiesa, che è prima di tutto legata al Vangelo e che, senza la ricerca di interessi di parte, è veramente preoccupata del bene comune. Una Chiesa che ama l’intelligenza e la libertà, e che è una grande risorsa per tutto il popolo italiano”. Un cammino che deve, però, partire da una “conoscenza vera, adeguata, puntuale delle nuove generazioni”.L’intervento del cardinale Tettamanzi è stato tutto incentrato sull’attenzione ai giovani. “Sta qui la sfida di oggi – ha spiegato – poter disporre di educatori adulti che dedichino tempo e passione per accompagnare l’impegnativa ricerca di senso dei giovani”. Perché, raccogliendo l’invito degli Orientamenti pastorali della Cei si possa tendere alla “formazione integrale della persona, facendo maturare le competenze per una comprensione viva del messaggio cristiano e renderne ragione nel contesto odierno”. Da qui il richiamo alla Cattolica sull’“impegno nel rapporto con gli studenti: non solo per i servizi messi a disposizione ma anzitutto per l’attenzione riservata loro”. “È necessario – ha spiegato il card. Tettamanzi – favorire l’incontro degli studenti con i docenti che siano punto di riferimento per la crescita umana, culturale e professionale”. Per questo, ha proseguito, “bisognerà superare un certo anonimato nelle relazioni tra studente e docente e ripensare una più equa distribuzione degli impegni pubblici e privati dei docenti, così che il rapporto educativo sia più disteso e duraturo, quasi un’introduzione alla vita anche dopo la laurea”. È in questa dimensione che rientra il ruolo dei collegi universitari non “semplici residenze” ma “luoghi vivi di formazione e parte integrante dell’attività accademica”.Sir