Vita Chiesa

ISTRUZIONE VATICANA SULLE MIGRAZIONI: PER CRISTIANI E MUSULMANI RECIPROCITÀ E PURIFICAZIONE DELLA MEMORIA

“Nelle relazioni tra cristiani e aderenti ad altre religioni riveste grande importanza il principio della reciprocità, intesa non come un atteggiamento puramente rivendicativo, ma quale relazione fondata sul rispetto reciproco e sulla giustizia nei trattamenti giuridico-religiosi”. È quanto si legge nell’Istruzione “Erga migrantes caritas Christi”, presentata oggi in Vaticano, in cui a proposito del rapporto tra cristiani e musulmani si invita a “purificare la memoria dalle incomprensioni del passato, a coltivare i valori comuni e a chiarire e rispettare le diversità, senza rinuncia dei principi cristiani”. Nel testo si sollecita dunque un “discernimento”, si citano le “convergenze” (“la credenza in Dio, la preghiera quotidiana, il digiuno, l’elemosina, il pellegrinaggio, l’ascesi, la lotta all’ingiustizia e all’oppressione”) ma anche le “divergenze” tra cristianesimo e Islam, definendo indispensabile per i seguaci dell’Islam “una crescente presa di coscienza che è imprescindibile l’esercizio delle libertà fondamentali, dei diritti inviolabili della persona, della pari dignità della donna e dell’uomo, del principio democratico nel governo della società e della sana laicità dello Stato”.

Cautela viene poi raccomandata “in caso di richiesta di matrimonio di una donna cattolica con un musulmano”, in vista del quale “si dovrà fare una preparazione particolarmente accurata e approfondita”; nel dettaglio, secondo la Santa Sede “la parte cattolica dovrà guardarsi dal pronunciare o dal firmare documenti concernenti la ‘shahada’ (professione di credenza musulmana)”. I matrimoni tra cattolici e musulmani, si ricorda inoltre nel documento, hanno bisogno della “dispensa canonica” e del “sostegno della comunità cattolica, prima o dopo il matrimonio”, soprattutto per l’educazione dei figli e “la parte meno tutelata della famiglia musulmana, cioè la donna”. Quanto ai “luoghi sacri”, la Santa Sede ritiene “non opportuno che quelli cattolici siano messi a disposizione di appartenenti a religioni non cristiane, né tanto meno che essi siano usati per ottenere accoglienza di rivendicazioni rivolte alle autorità pubbliche”.Sir

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