Vita Chiesa

Il Battesimo agli adulti, un fenomeno che cresce

Il battesimo degli adulti, spesso celebrato nella veglia pasquale

di Riccardo Bigi

Cresce, in Europa, il numero dagli adulti che chiedono il Battesimo: un fenomeno che spinge le comunità cristiane a ripensare le modalità di annuncio del Vangelo e di educazione alla fede. Sono questi i temi al centro di «Eurocat 2007», l’incontro dei responsabili nazionali per il catecumenato delle diverse Chiese Europee che si è svolto dal 3 al 6 maggio a Firenze. Un appuntamento che ha una storia ormai quarantennale: sono stati i documenti del Concilio Vaticano II, infatti, a ripristinare il catecumenato degli adulti, secondo un percorso che fu poi tratteggiato dall’Ordo initiationis christianae adultorum del 1972. Da allora, gruppi di lavoro sul catecumenato sono nati in tutta Europa, coinvolgendo sacerdoti, teologi, esperti di catechesi. Nel 1968, per iniziativa di alcuni sacerdoti impegnati in questo settore, si svolse in Francia una prima assemblea europea; dal 1971, Eurocat ha assunto cadenza fissa, e ogni due anni si svolge in Paesi diversi coinvolgendo non solo le Chiese Cattoliche d’Europa, ma anche esponenti Anglicani ed Evangelici.

«Il catecumenato – spiega mons. Walther Ruspi, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale e responsabile del Servizio per il Catecumenato – è una presenza ormai abituale nelle diocesi italiane. Dall’ultima indagine risulta che in circa 110 diocesi sono state presentate domande di battesimo». Numeri che si allargano se guardiamo all’Europa: «In tutti i Paesi è ormai molto alta l’attenzione su questo tema. In questi ultimi anni poi dobbiamo tener conto dell’Europa dell’Est, dove dopo la fine dell’ateismo di Stato c’è un grande ritorno alla fede». Ma più che l’aspetto numerico, sottolinea monsignor Ruspi, quello che interessa è l’aspetto pastorale: «Accompagnare le persone verso la maturità di fede è un obiettivo che vale per gli adulti che chiedono il Battesimo, ma anche per tutta la comunità cristiana. In questo senso, possiamo considerare il catecumenato come uno strumento pastorale fondamentale per l’oggi». Sono stati i documenti del Concilio Vaticano II a ripristinare il catecumenato degli adulti: i riti si trovano nell’Ordo initiationis christianae adultorum del 1972. In Italia il Servizio per il Catecumenato, come settore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, è attivo già dal 1993; nel 1997 la questione è stata affrontata dalla Cei con una nota pastorale che si intitola proprio Orientamenti per il Catecumenato degli adulti».

Se fino ad alcuni anni fa, in Italia, la richiesta del Battesimo veniva al 50% da italiani e al 50% da stranieri, secondo le ultime indagini la percentuale di stranieri è salita al 64%: persone che vengono da paesi a tradizione cristiana, ma anche convertiti dall’Islam. «Non c’è dubbio – commenta monsignor Ruspi – che le migrazioni sono il nuovo areopago di evangelizzazione». Molto interessante anche l’analisi delle motivazioni che spingono a chiedere di entrare nella Chiesa: quasi la metà, il 49%, dice di essere spinto da una ricerca personale. Il 30% chiede il Battesimo al momento in cui decide di sposarsi; un 10% si avvicina alla fede attraverso la partecipazione a qualche gruppo ecclesiale, mentre il 2% dice di aver maturato questa scelta durante l’ora di religione.

Ma guardando nel dettaglio le testimonianze, si trovano storie personali diverse e affascinanti: ne illustra alcune Filippo Margheri, del Servizio per il Catecumenato della Diocesi di Firenze. «Ci sono percorsi di fede che nascono da un evento luttuoso, e dalla ricerca di risposte al mistero della morte; in alcuni casi la scintilla invece è la richiesta del Battesimo per i figli. Poi ci sono cammini di coppia dove il partner non battezzato ha iniziato a interrogarsi vedendo la fede dell’altro». Altri percorsi di fede nascono dall’incontro con la Caritas, o con gli operatori che curano l’assistenza spirituale all’interno degli ospedali. Ma possono entrare in gioco anche l’ammirazione di un’opera d’arte, o l’ascolto di una musica particolarmente toccante, da parte di chi entra in una chiesa.

A monsignor Timothy Verdon, autore di numerose pubblicazioni sull’arte cristiana e direttore dell’Ufficio per la Catechesi attraverso l’Arte della Diocesi di Firenze, il compito di spiegare l’importanza che può avere l’arte sacra: «Per molti secoli la Chiesa ha comunicato la fede più con le immagini, gli arredi sacri, i paramenti liturgici, che con le parole scritte o parlate. Anche oggi questo può essere uno strumento fondamentale per evangelizzare e per formare chi si avvicina da adulto alla fede».

Secondo don Paolo Sartor, responsabile del catecumenato per la Diocesi di Milano, «la riflessione sulla preparazione degli adulti al Battesimo è utile anche in vista del rinnovamento dell’iniziazione cristiana dei bambini: il catecumenato può essere un modello da riproporre, con le dovute differenze, anche in altri settori della catechesi».

Una cosa è certa, come ha spiegato nella sua relazione al convegno fiorentino il teologo don Severino Dianich: «Nei paesi di tradizione cristiana, la comunicazione della fede in Gesù è stata per un millennio e mezzo compiuta in seno alle famiglie; nelle cosiddette missioni ‘estere’ è stata opera di missionari specializzati. Oggi è tornata a costituire un’esigenza fondamentale, che riguarda ogni cristiano in ogni Paese della terra».

Ma a «Eurocat 2007» non si parla solo italiano: arrivano le voci di tutta Europa. «Uno dei problemi – afferma uno dei responsabili del servizio per il catecumenato della Chiesa austriaca – è capire perché le persone chiedono il Battesimo: alcune si presentano come ‘clienti’, vogliono un servizio in tempi rapidi, altre invece vogliono sapere qualcosa sulla fede cristiana e magari inizialmente non pensano neanche al sacramento. Situazioni diverse, che chiedono approcci diversi».

Secondo Beatrice Blazy, responsabile nazionale francese per il Catecumenato, «uno degli obiettivi è quello di rendere le comunità parrocchiali capaci di accogliere le persone che cercano Dio, e aiutarle a offrire loro percorsi specifici». In Polonia, spiega la responsabile nazionale per il catecumenato suor Adelajda Sielepin, il cammino proposto alterna incontri di gruppo e dialogo personale, «faccia a faccia»: «nel dialogo, un adulto può più efficacemente imparare come calare il Vangelo nella propria vita». Ma il fenomeno non riguarda solo le Chiese Cattoliche. «Negli incontri come questo di Firenze – afferma la pastora Elisabet Lindow, dell’ufficio catechistico nazionale della Chiesa Luterana svedese – ci rendiamo conto che stiamo facendo in questo settore un lavoro molto simile. Da noi il catecumenato degli adulti è stato introdotto nei primi anni ’90, e i nostri Vescovi lo ritengono un buon modo per la Chiesa di essere viva, di rispondere alle domande dell’uomo di oggi».