Vita Chiesa

Il Papa ai circensi: voi sapete stupire

«L’allegria degli spettacoli, la gioia ricreativa del gioco, la grazia delle coreografie, il ritmo della musica – ha aggiunto il Papa – costituiscono proprio una via immediata di comunicazione per mettersi in dialogo con piccoli e grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia, di concordia».

Accoglienza e ospitalità. “Con la varietà delle vostre professioni e l’originalità delle esibizioni – ha evidenziato il Pontefice -, voi sapete stupire e suscitare meraviglia, offrire occasioni di festa e di sano divertimento”. In realtà, ha sostenuto il Santo Padre, “proprio a partire da queste caratteristiche e con il vostro stile, voi siete chiamati a testimoniare quei valori che fanno parte della vostra tradizione: l’amore per la famiglia, la premura per i piccoli, l’attenzione ai disabili, la cura dei malati, la valorizzazione degli anziani e del loro patrimonio di esperienze”. Nell’ambiente di circensi e migranti “si conserva vivo il dialogo tra le generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra”. “Accoglienza e ospitalità – ha osservato Benedetto XVI – vi sono proprie, così come l’attenzione a dare risposta ai desideri più autentici, soprattutto delle giovani generazioni. I vostri mestieri richiedono rinuncia e sacrificio, responsabilità e perseveranza, coraggio e generosità: virtù che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno contribuito a formare, nella vostra grande famiglia, intere generazioni”. Il Papa ha ricordato, poi, “anche i numerosi problemi legati” alla “condizione itinerante” dei circensi, “quali l’istruzione dei figli, la ricerca di luoghi adatti per gli spettacoli, le autorizzazioni per le rappresentazioni e i permessi di soggiorno per gli stranieri”. Perciò, mentre ha auspicato “che le Amministrazioni pubbliche, riconoscendo la funzione sociale e culturale dello spettacolo viaggiante, si impegnino per la tutela” della categoria di chi vi lavora, il Pontefice ha incoraggiato sia i circensi sia la società civile “a superare ogni pregiudizio e ricercare sempre un buon inserimento nelle realtà locali”.

Offrire speranza. “La Chiesa – ha spiegato il Santo Padre – si rallegra per l’impegno che dimostrate ed apprezza la fedeltà alle tradizioni, di cui a ragione andate fieri. Essa stessa che è pellegrina, come voi, in questo mondo, vi invita a partecipare alla sua missione divina attraverso il vostro lavoro quotidiano”. La dignità di ogni uomo, ha sottolineato Benedetto XVI, “si esprime anche nell’esercizio onesto delle professionalità acquisite e nel praticare quella gratuità che permette di non lasciarsi determinare da tornaconti economici. Così anche voi, mentre ponete attenzione alla qualità delle vostre realizzazioni e degli spettacoli, non mancate di vigilare affinché, con i valori del Vangelo, possiate continuare ad offrire alle giovani generazioni la speranza e l’incoraggiamento di cui necessitano, soprattutto rispetto alle difficoltà della vita, alle tentazioni della sfiducia, della chiusura in se stessi e del pessimismo, che impediscono di cogliere la bellezza dell’esistenza”.

Il ruolo della famiglia. Non è mancato un accenno alla nuova evangelizzazione: “Benché la vita itinerante impedisca di far parte stabilmente di una comunità parrocchiale e non faciliti la regolare partecipazione alla catechesi e al culto divino, anche nel vostro mondo si rende necessaria una nuova evangelizzazione”. Di qui l’auspicio: “Possiate trovare, presso le comunità in cui sostate, persone accoglienti e disponibili, capaci di venire incontro alle vostre necessità spirituali”. “Non dimenticate, però – ha continuato il Papa -, che è la famiglia la via primaria di trasmissione della fede, la piccola Chiesa domestica chiamata a far conoscere Gesù e il suo Vangelo e ad educare secondo la legge di Dio, affinché ognuno possa giungere alla piena maturità umana e cristiana. Le vostre famiglie siano sempre scuole di fede e di carità, palestre di comunione e di fraternità”. Il Pontefice ha ripetuto, poi agli artisti e operatori dello spettacolo viaggiante quanto affermato all’inizio del suo Pontificato: “Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui… Solo in quell’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quell’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera”. Prima dei saluti in varie lingue il Santo Padre ha assicurato la vicinanza della Chiesa, che “condivide il cammino” di migranti e circensi, e ha affidato tutti alla Santa Vergine Maria, la ‘stella del cammino’, che con la sua materna presenza ci accompagna in ogni momento della vita”. “Cari amici il vostro carisma consiste nel donare agli altri la gioia, il senso della festa e la bellezza. Che la vostra gioia trovi la sua fonte in Dio”, ha affermato in francese. Un invito alla contemplazione e al dialogo con Dio il Papa lo ha espresso in inglese.

Il saluto del card. Vegliò. Lo spettacolo viaggiante “esige costante disponibilità al pubblico di ogni età e attenzione a rispettare la sensibilità di tutti, a osservare le normative dettate dalle Amministrazioni pubbliche e ad adeguarsi alle disposizioni che, a livello locale, regolano la giusta interazione tra le persone. Se ciò non è sempre facile, tuttavia sempre rimane il desiderio di costruire corrette relazioni, che vincano pregiudizi e stereotipi, eliminando eventuali discriminazioni e marginalità”. Così il card. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, aveva salutato Benedetto XVI. “Le comunità ecclesiali locali, con le caratteristiche di apertura e accoglienza insite nel messaggio evangelico – ha aggiunto il porporato – possono giocare un ruolo importante nello sforzo, che d’altronde spetta a tutti, di difendere la centralità e la dignità di ogni persona umana e, in particolare, di non trascurare le legittime aspirazioni delle persone dello spettacolo viaggiante”. Dopo il saluto del cardinale tre brevi testimonianze mentre un gruppo di alunni dell’Accademia d’Arte Circense hanno offerto un loro saggio seguito dalla recita dell’ultimo dei Maestri pupari siciliani.