Vita Chiesa

Il nuovo altare nel Duomo di Massa Marittima

di Andrea Benini«Quel che mi impressiona nella sua vicenda è il segno della persecuzione, che lo accompagna sempre… dalla sua terra, per cui fugge, esule, alle nostre coste, allo scontro con Totila, fino al tentativo di ucciderlo, alle accuse di eresia per cui il suo viaggio a Roma e l’incontro con Papa Vigilio. Fino alle violenze barbariche che lo portano ad essere profugo all’Elba con una grande nostalgia di Populonia dove vuole essere sepolto. In un mondo diviso tra fazioni e contrapposizioni violente senza regole se non quelle della forza e delle armi, certamente l’azione apostolica di Cerbone, la sua delicatezza culturale e spirituale la sua forza e soprattutto la sua santità diventano ostacolo, barriera da eliminare con ogni mezzo». Sono le parole del vescovo di Massa Marittima-Piombino, mons. Giovanni Santucci, che nella omelia della Messa solenne ha tratteggiato la figura di Cerbone, davanti a molti altri vescovi toscani, tra cui il card. Antonelli, arcivescovo di Firenze, e mons. Twal, arcivescovo di Tunisi; e poi moltissimi sacerdoti, le autorità civili e militari e tanti tanti fedeli che nonostante il giorno feriale non sono voluti mancare per i festeggiamenti del Patrono della diocesi. Certo fa veramente riflettere il passaggio dell’omelia di Mons. Santucci, nella descrizione di Cerbone come un uomo fuori dagli schemi, «inaccettabile» per la società del tempo. Uno «straniero» in una società paurosa, insicura, invecchiata non tanto per ragioni d’anagrafe quanto per ragioni di spirito. E certo che anche oggi persone come Cerbone, febbrili ascoltatori di ciò che palpita nel mondo, sono più facilmente colpite dalla solitudine e dalla persecuzione. Sarebbe già qualcosa per noi se imparassimo a riconoscerla e a dirla la stupidità individualista dei nostri giorni, con minore conformismo, distrazione, mediocrità. «Cerbone vince la sua sfida al paganesimo e alla barbarie – continua mons. Santucci – resistendo con forza e provocando un dialogo aperto e franco col mondo intorno a lui. È riuscito ad aprire orizzonti di una nuova umanità, di una nuova civiltà fondata sul Vangelo, sull’amore».Ma la celebrazione del Patrono, quest’anno è stata impreziosita dal rito di consacrazione del nuovo altare, straordinario per bellezza e armonia, opera di Ivan Theimer.

«La celebrazione di San Cerbone assume quest’anno un significato particolare e irripetibile per la consacrazione dell’altare della cattedrale» ha detto il Vescovo di Massa Marittima. «I riti della dedicazione sono fortemente espressivi; di per sé sono una catechesi che ci porta a cogliere l’importanza, la centralità del Signore Gesù nella nostra vita. Raramente capita ad un Vescovo di consacrare l’altare della sua Cattedrale. Sono davvero grato alla Provvidenza. La Chiesa intera, vescovi, presbiteri, diaconi, fedeli è riunita per questo evento che esalta la dimensione soprannaturale della nostra realtà. Pietre vive costruite su Cristo, pietra angolare e fondamentale, per essere la casa di Dio tra gli uomini. Cristo al centro della nostra chiesa. Cristo l’amore che segna la nostra esistenza. Cristo cuore della nostra vita».