Vita Chiesa

Immacolata, il sogno di Dio su Maria, la «tuttasanta»

Dio, nell’in principio della creazione, contemplando e valutando la sua opera «uomo», maschio-femmina, gioì e esclamò: « Ecco, è cosa molto buona-molto bella» (Gen 1,31). Quando «venne la pienezza del  tempo» (Gal 4,4), contemplando e valutando una sua creatura di nome Maria, Dio nel suo angelo esultò ed esclamò: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28), vale a dire amatissima di un amore che ti ha costituita molto buona-molto bella al mio cospetto e al cospetto del mondo. Hai trovato benevolenza presso un Dio con te.

Questo dice «immacolata» o, secondo una dizione cara all’Ortodossia, «tuttasanta». Dice innanzitutto il sogno di Dio su Maria, pensata, concepita e generata innocente, donna del «sì» a Dio, all’uomo e al creato, non macchiata dal grande male del «no» a Dio, all’uomo e al creato. Sogno non disatteso dal «Fiat». Un discorso che ci riguarda molto da vicino. Ogni creatura che nasce sotto il sole è pensata da Dio al pari di Maria come santa e immacolata: « Scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 2,4). E tali sono coloro che, in amore e libertà, camminano in pace con Dio, con l’altro e con il creato, senza nuocere a nessuno, innocenti  appunto. Maria, la tuttasanta-immacolata, ricorda che questo è possibile ove al sogno di Dio, la relazione amicale cielo-uomo-terra, si risponde con il «sì». In questa prospettiva l’immacolata sta dinanzi alla Chiesa e all’uomo come memoria di responsabilità, dire sì è approdare alla sponda dell’innocenza per una storia finalmente non macchiata ma santa, cioè diversa, la storia della riconciliazione che nessuno e nulla esclude, né Dio, né l’uomo, né l’universo. Una storia redenta.

Immacolata dice dunque una creatura in cui il progetto originario di Dio, il divenire belli e buoni che irradiano bellezza e bontà dando forma a un mondo armonico, è possibile ove il peccato originale che è il no a Dio e al suo piano rimane una possibilità non attuata. Immacolata dice inoltre una creatura  resa «tuttabella» da Dio in vista del divenire la dimora del più bello tra i figli dell’uomo, l’aurora del sole, il grembo della parola e la terra del cielo, da lei generato al mondo. Colei in cui la speranza di Dio di passeggiare con l’uomo nel creato non è andata delusa, è rimasta intatta, è la medesima che non delude il dono d’amore di Dio, generare il Figlio al mondo. Anche questo discorso ci riguarda molto da vicino. Maria sta davanti alle Chiese come tu che ricorda ad esse il loro compito di ospiti del sole di Dio e di generarlo al mondo. Sole che desidera trovare spazio nella tenebra dell’uomo per apportarvi  luce e vita, per iniziare a una visione alta di Dio e di uomo, solare , non macchiata: Dio è amore e l’uomo un pensiero d’amore inviato alla terra per amarla. Nell’essere amati che amano sta l’essere santi e immacolati.

L’Immacolata può essere accostata da molte angolature, in queste poche righe ho scelto la via dell’approccio esemplare caro al Vaticano II. Maria letta a partire dal progetto creazionale di Dio, l’armonia divino-umano-cosmica, ove immacolata significa in lei mai venuto meno, mai macchiato dal no. Un porsi che per la Chiesa e l’uomo diventa un poter e un dover essere uscendo dal no che genera bruttura, la disarmonia, entrando nel sì che genera bellezza, l’armonia. Immacolata uguale a umanità non macchiata dal male della negazione di Dio, del prossimo, della natura.

Maria letta a partire dall’essere creazione chiamata a ospitare in sé e a generare fuori da sé il Santo per eccellenza, l’innocente, il senza macchia alcuna. Ospitare il quale, questo suggerisce l’immacolata, equivale a essere resi da lui sempre più simili a lui: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa…al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25-27).

*Padre Giancarlo Bruni, dei Servi di Maria, vive tra l’Eremo delle Stinche, a Panzano in Chianti, e il monastero di Bose, in Piemonte.