Vita Chiesa

Incontrare Gesù Cristo in un pezzo di pane

di Manuel BarbieroSuperiore Provinciale dei Padri SacramentiniIl Papa, nella sua lettera per l’anno Eucaristico, ha indicato nell’incremento dell’adorazione eucaristica fuori della messa uno dei frutti per far sì che quest’anno di grazia consegua un risultato significativo.

La riflessione che segue ha come punto di riferimento l’esperienza che si vive nella mia congregazione, che ha nella preghiera di adorazione, davanti al SS. Sacramento esposto, uno dei suoi punti-forza.

Celebrazione e preghieraLa celebrazione eucaristica non esaurisce tutto il contenuto del mistero eucaristico. L’adorazione è il prolungamento dell’Eucaristia nella vita, in uno spazio e in un momento che tende ad approfondire e a sviluppare tutto ciò che è stato espresso, celebrato e vissuto nell’azione liturgica.L’Eucaristia è prima di tutto una celebrazione, un’azione vivente che sollecita il nostro impegno. Perché essa si realizzi pienamente nella nostra vita, la dobbiamo interiorizzare con una preghiera che ci guidi, ci conduca al servizio dei nostri fratelli in uno spirito d’amore.

Nell’adorazione eucaristica interiorizziamo la celebrazione della Pasqua del Signore. Il fine dell’Eucaristia è che la Chiesa possa essere progressivamente incorporata nella Pasqua del Signore per non restare «sterile e ingrata» (S. Ireneo). Con la preghiera di adorazione partecipiamo «più profondamente al mistero pasquale» (Rito della Comunione e Culto Eucaristico, d’ora in avanti RCCE, 88).

La Pasqua di Gesù è la chiave (senso, fondamento) di tutta l’esperienza umana, di tutta la realtà umana, di ogni pasqua umana.

La preghiera ha come obiettivo la pasqua settimanale: festa, partecipazione, solennità, riposo, solidarietà, entusiasmo, esultanza, memoria delle varie morti e risurrezioni. Ed è preghiera con chi e per chi sta vivendo la pasqua nella propria carne: malati, moribondi, separati, divorziati, risposati, scandali, tradimenti, ingiustizie, calamità.

Grazie alla preghiera di adorazione la nostra vita quotidiana è trasformata in un prolungamento della celebrazione eucaristica, diventa Eucaristia. La preghiera davanti a Cristo Signore, deve portare i fedeli «ad esprimere nella vita ciò che nella celebrazione dell’Eucaristia hanno ricevuto con la fede e il sacramento» (RCCE 89); e ad «estendere e prolungare a tutta la vita cristiana l’unione con Cristo, cui il sacramento è ordinato» (RCCE 25).

Risposta alla presenzaLa nostra preghiera è una risposta alla presenza di Cristo nel sacramento dell’altare.

La preghiera di adorazione davanti all’Eucaristia è una preghiera tutta particolare: si prega davanti ad un pezzo di pane, che per noi ha un valore più grande di un pezzo di pane. La presenza nel pane è la presenza di un Cristo vivo, pasquale, che si dona a noi come pane spezzato da condividere. Perciò la nostra è una presenza a Lui che è la presenza per eccellenza.

Nell’Eucaristia, il centro è qualcuno che agisce, che chiama, che riunisce, che parla, che si dona, che nutre, che salva, che libera, che invia. Il centro è una persona che ama, che si dona per essere amata e chiede di amare. Il centro è il Cristo. Questo centro domanda che io aderisca pienamente a Lui, che io Gli doni tutta la vita, che faccia comunione con Lui per vivere di Lui.

In questa preghiera ripercorriamo le tappe principali della celebrazione eucaristica: riconciliazione, lode, intercessione, adorazione, ringraziamento. Ci immergiamo profondamente nel mistero celebrato per appropriarci di tutta la sua ricchezza.

Immedesimandoci con i sentimenti di Cristo, dalla preghiera davanti all’Eucaristia nasce un approfondito senso di appartenenza ecclesiale, di rinnovato impegno missionario, di nuova sensibilità ecumenica, di convinta promozione sociale.

È una preghiera fatta in nome della Chiesa, che si apre alla universalità. È una preghiera per il mondo: ci facciamo carico di tutta la realtà che ci circonda, soprattutto della sofferenza, del male e del peccato.

L’esposizione del Santissimo SacramentoL’esposizione del SS. Sacramento, fatta sulla mensa dell’altare, attira la nostra attenzione sui segni del Sacramento. Vado a pregare perché sono «attirato», mi accorgo, mi rendo conto del segno del Pane, che significa qualcosa di preciso.

La presenza del Signore, messa in risalto dall’esposizione, domanda che non ci siano altri centri di attrazione che sminuiscano, in qualche modo, la semplicità della concentrazione sul Pane consacrato. «L’attenzione deve essere concentrata sulla persona di Cristo. Chi crede veramente di trovarsi alla presenza del Signore Gesù, come può allontanarsi su altre strade? Sarebbe un’imperdonabile mancanza di rispetto e, in ultima analisi, di fede» (Falsini R.).

Con l’esposizione entriamo nel dinamismo di un rapporto, fatto di segni, che ci inserisce in una comunione profonda con Cristo e con i fratelli, nel contesto di una comunità, per diventare significativi nella Chiesa. L’adorazione ci porta alla comunione e crea la comunità.

L’adorazione, come assemblea, porta un arricchimento nello sviluppo della vita fraterna, stimola lo spirito di unità e di carità, favorisce lo spirito di comunione tra i cristiani che adorano dopo aver celebrato. Contemplare insieme, adorare insieme, fortifica una vita di comunione (cfr. RCCE 98).

L’esposizione ci conduce a comunicare al Signore nella fede e nella carità. Riconoscendo la presenza del Cristo si è invitati ad una comunione di cuore con lui (EM 60). È, quindi, entrare in comunione con Cristo fino a condividere la sua vita nello Spirito, per essere guidati dal suo stesso Spirito d’amore.

L’Eucaristia è un progetto di vita da accogliere. È qualcosa che non mi lascia come prima, ma che mi coinvolge pienamente in un cammino continuo di conversione a Lui. L’Eucaristia è pienamente vissuta quando ci porta a donare «corpo e sangue», come Gesù, per i fratelli.

Lettera Apostolica per l’anno dell’Eucarestia

Anno dell’Eucaristia, suggerimenti e proposte