Vita Chiesa

Inghilterra: rapporto pedofilia. 95% delle parrocchie monitorate. 79 denunce nel 2014

Dal Rapporto emerge un lavoro di monitoraggio e prevenzione a tappeto su tutto il territorio: la percentuale di parrocchie senza un rappresentante sulla salvaguardia è sceso al di sotto del 5%. Nel 2014, sono state 79 le denunce di abusi contro i bambini. Esse hanno coinvolto 118 vittime e 83 colpevoli. Ci sono anche casi che riguardano la diffusione di immagini pedo-pornografiche per cui – sottolinea il Rapporto – il numero complessivo delle vittime accertate è probabilmente molto più alto. Dal Rapporto emerge che nel 2014 i sacerdoti diocesani sono stati denunciati per 16 casi di abuso sessuale, 3 di violenza fisica e 4 di pedopornografia. 11 sono le denunce per abuso sessuale e 3 per uso di materiale pedo-pornografico a carico di religiosi. Le denunce coinvolgono anche il personale «volontario» e «impiegato» per un totale di 17. Non mancano purtroppo nella «lista» le religiose a carico delle quali ci sono 5 denunce (3 per violenza fisica, 1 per abuso sessuale e 1 per violenza emotiva).

Il numero delle denunce evidenzia uno stato di allerta molto alto ma anche l’imperativo a non abbassare la guardia visto che il trend registrato nel corso degli ultimi anni è sostanzialmente costante: nel 2013 le denunce erano state 81 e nel 2010 si toccò il picco di 92. Altro fronte di impegno intrapreso dalla Commissione inglese è quello quest’anno di lanciare gratuitamente sul territorio il programma E-learning rivolto ai membri della comunità cattolica di Inghilterra e Galles. L’intento è di dare a tutti l‘opportunità di accedere ad una formazione per promuovere la consapevolezza, approfondire la comprensione del fenomeno e sviluppare buone pratiche. Danny Syullivan, che ha guidato la Commissione fino ad oggi, commenta: «Credo che l’area in cui ci siamo più sfidati sia stata quella di metterci in ascolto e andare incontro ai sopravvissuti». E’ Adrian Child, membro della Commissione, a tracciare alcune linee programmatiche per il futuro. Il presupposto è che la Chiesa non ha perso la fiducia in se stessa e nella sua capacità a svolgere il suo ministero tra i giovani. Oggi poi è universalmente riconosciuta e accettata l’importanza di tutelare minori e adulti vulnerabili e la necessità che chi è proposto a maneggiare le denunce debba essere formato a farlo. Gli anni di esperienza hanno infine insegnato che «l’atto di perdono non elimina le conseguenze dell’errore per coloro che abusano e per la Chiesa in nome della quale hanno agito».