Vita Chiesa

Inizio Ramadan, messaggio Cei: «Ramadan Kariim, Ramadan generoso a voi!»

È iniziato ufficialmente il mese sacro del Ramadan, nel quale, secondo la tradizione, Allah, attraverso l’Arcangelo Gabriele, avrebbe rivelato il suo messaggio al profeta Maometto: con la parola «Ramadan» i musulmani chiamano il nono mese del loro calendario, arrivato all’anno 1437 dell’era islamica. Il mese del Ramadan è dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (iftar). Dura 29/39 giorni e la sua fine è prevista per martedì 5 luglio.

Sono 1 milione e 700mila i musulmani presenti nel nostro Paese, pari al 32% del totale degli oltre 5 milioni di stranieri presenti in Italia. Negli anni, l’Islam è diventato la seconda religione più professata in Italia, dopo il cattolicesimo, ma tracciare una radiografia dai contorni precisi sulla presenza quantitativa dei musulmani in Italia, è impresa quasi impossibile perché non esistono archivi pubblici dedicati alle scelte religiose delle persone per non invadere la privacy dei cittadini.

Secondo le stime della Fondazione Ismu, proiettando i dati dell’Osservatorio regionale lombardo al contesto italiano, gli stranieri di fede islamica presenti in Italia sono marocchini, soprattutto, egiziani, tunisini, bengalesi. Sunniti per il 98%. Nell’Unione europea sono 15 milioni (il 3% della popolazione), nei Paesi europei non comunitari circa 97 milioni (13,7%). Ci sono nel nostro Paese 6 moschee (Segrate, Colle Val d’Elsa, Ravenna, Catania, Palermo): la Grande Moschea di Roma è la più grande d’Europa. Si contano poi sul nostro territorio oltre 700 sale di preghiera che fanno capo ad associazioni o centri culturali islamici.

Il 20 gennaio scorso una delegazione musulmana in Vaticano ha presentato a papa Francesco un invito ufficiale a visitare la Grande Moschea di Roma. Il desiderio espresso in quella occasione dalla delegazione di cui faceva parte anche l’imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Co.re.is – Comunità religiosa islamica italiana -, è che la visita si possa realizzare nell’Anno giubilare della misericordia.

Il messaggio di auguri di mons. Spreafico (Cei), «Ramadan Kariim, Ramadan generoso a voi!» .«Cari fratelli e sorelle musulmani, in occasione del mese sacro di Ramadan, a nome della Chiesa cattolica italiana e mio personale desidero augurare di cuore a tutti voi che ciascun credente riceva i benefici spirituali promessi a chi obbedisce ai precetti dell’Altissimo con intenzione retta e impegno sincero». È il messaggio di augurio che monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, ha inviato oggi ai musulmani e alle musulmane presenti in Italia ad inizio del Ramadan. «Quest’anno – scrive monsignor Spreafico – il mese sacro della fede musulmana si intreccia con un anno particolare della Chiesa cattolica, il giubileo della misericordia: e quindi, ancora più intensamente vogliamo pregare Dio Clemente e Misericordioso, affinché Egli si degni di benedire voi e noi tutti! Ramadan Kariim, Ramadan generoso a voi!».

«Siamo in un momento molto difficile e delicato, dal punto di vista dei rapporti del mondo con l’Islam», dice il vescovo raggiunto telefonicamente dal Sir. Ma non è il tempo di farsi prendere dalla paura. Ed aggiunge: «La paura si vince innanzitutto con la conoscenza e noi dobbiamo imparare a conoscere l’Islam ed evitare di dare giudizi semplificati sul mondo islamico senza capirne la complessità». Nel ricordare poi le tante iniziative promosse della Chiesa italiana in questo senso, il vescovo osserva: «Non dobbiamo dare ragione ai profeti di sventura che sono tanti e che sottolineano solo ciò che è negativo. Ci sono tante realtà positive che vanno evidenziate e le nostre comunità in Italia avrebbero tante cose da raccontare. La paura si vince nella relazione, nella mutua conoscenza e nel sostegno reciproco. Dobbiamo rendere possibile a chi vuole un Islam di relazione e moderato, di poter dare voce a questo Islam».

Il mese di Ramadan è poi un mese di preghiera e digiuno. «Credo che la preghiera rivolta a Dio, se sincera, è una grande forza. E quindi sono convinto che chi tra i musulmani si rivolge a Dio invocando la sua Misericordia, sarà certamente un contributo a rendere possibile la convivenza, il vivere insieme solidale e fraterno. L’invito che faccio è di trovare, laddove è possibile, modi per esprimere loro la nostra vicinanza e creare gesti che mostrino come noi, pur nella nostra diversità, possiamo aiutarci a vivere in maniera fraterna e non nell’odio e nella inimicizia. Il terrorismo è terrorismo e va condannato con estrema fermezza ma non dobbiamo farci prendere dalla paura. Papa Francesco ha detto in relazione ai profughi: non sono un pericolo ma sono in pericolo. Teniamo conto di questa indicazione».