Vita Chiesa

Jorge Mario Bergoglio: su La Civiltà Cattolica, «le idee si discutono, la situazione si discerne»

Le lettere, spiega Bergoglio, «sono un trattato di discernimento in epoca di confusione e di tribolazione. Più che argomentare su idee, esse ricordano la dottrina e – per suo mezzo – conducono i gesuiti a farsi carico della loro vocazione». Secondo il futuro Pontefice, «davanti alla gravità di quei tempi, all’ambiguità delle situazioni che si erano create, il gesuita doveva discernere, doveva ricomporsi nella sua appartenenza». Di qui il monito: «doveva ‘cercare per trovare’ la Volontà di Dio, e non ‘cercare per avere’ una via d’uscita che lo lasciasse tranquillo. Il segno di aver fatto un buon discernimento l’avrebbe avuto dalla pace (dono di Dio), e non dall’apparente tranquillità di un equilibrio umano». In concreto: «non era di Dio difendere la verità a costo della carità, né la carità a costo della verità, né l’equilibrio a costo di entrambe». «Per evitare di trasformarsi in un verace distruttore o in un caritatevole bugiardo o in un perplesso paralizzato – la conclusione di Bergoglio -, il gesuita doveva discernere».

A proporre per la prima volta in italiano il testo, introvabile, è «La Civiltà Cattolica» per aiutare, spiega il direttore padre Antonio Spadaro, a leggere in profondità la lettera del Papa Francesco ai vescovi del Cile, a seguito del report consegnatogli da mons. Charles J. Scicluna lo scorso 8 aprile sugli abusi perpetrati da uomini di Chiesa su minori. La tribolazione cui si riferisce lo scritto, pubblicato nel quaderno n. 4029 in uscita sabato 5 maggio, è la soppressione della Compagnia nel 1773 da parte di Papa Clemente XIV, successivamente ricostituita da Pio VII nel 1814, ma una nuova «carta de la tribulacion», scrive Spadaro presentando il testo, «si può ben considerare, a suo modo», la lettera ai vescovi del Cile.

Le parole della prefazione, chiosa il direttore della rivista, sono parole che il Papa «dice oggi alla Chiesa, ripetendole innanzitutto a se stesso» e aiutano ad «entrare nel cuore» del suo pontificato. «In momenti di turbamento – scrive Bergoglio -, quando il polverone delle persecuzioni, delle tribolazioni, dei dubbi ecc. viene sollevato dagli avvenimenti culturali e storici, non è facile distinguere la via da seguire. Ci sono varie tentazioni proprie di quel tempo: discutere le idee, non dare la debita importanza alla questione, badare troppo ai persecutori e restare a rimuginare la desolazione». Più che alle idee, Bergoglio invita a guardare «alla vita». «Le idee – chiosa – si discutono, la situazione si discerne».