Vita Chiesa

LIBERTÀ RELIGIOSA: MONS. TOMASI, AUMENTATI DEL 309% GLI ATTACCHI ANTICRISTIANI

Peggiora nel mondo la situazione per la libertà religiosa. È quanto ha sottolineato ieri a Ginevra mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite nella città elvetica, nel corso della sessione del Consiglio per i diritti umani. Mons. Tomasi ha detto che sono circa 2 miliardi e 200 milioni i credenti che subiscono restrizioniaumentati del 309% gli attacchi terroristici contro i cristiani in Africa, Medio Oriente e Asia, mentre in Occidente c’è una cultura che tende ad emarginare sempre più chi crede in Cristo. “L’attenzione che viene data dai mezzi di comunicazione – spiega oggi l’arcivescovo in un’intervista alla Radio Vaticana – si concentra soprattutto sui casi eclatanti che toccano minoranze cristiane o altre minoranze religiose nei Paesi in via di sviluppo perché in queste situazioni la violenza è visibile, drammatica e crea sensazionalismo”. Però, “il problema non è limitato ai Paesi in via di sviluppo; anche nei Paesi occidentali troviamo una tendenza che porta alla privatizzazione della religione e al rigetto culturale e, alle volte, a un’ostilità anche aperta all’esercizio del proprio diritto alla libertà di fede e, quando tocca l’arena pubblica, non si accetta volentieri, o addirittura si rifiuta che le convinzioni religiose possano avere qualcosa da dire in questo campo”. Per superare la tendenza a emarginare il cristianesimo nella vita pubblica in Occidente, secondo mons. Tomasi “il primo passo è puntare l’attenzione sulle modalità quotidiane di convivenza che devono essere improntate a un rispetto reciproco e alla capacità di accettarsi nelle differenze che esistono”. Poi, “direi che un ruolo vitale, importante, è giocato dai mezzi di comunicazione” che devono informare in maniera “corretta ed equilibrata su tutti i gruppi che compongono una società perché la mancanza di un’informazione e la mancanza di educazione facilita la manipolazione della gente”. Per l’arcivescovo, “dobbiamo anche lavorare per una più grande giustizia sociale perché solo evitando l’estrema povertà, aiutando lo sviluppo, facendo in modo che tutte le persone possano partecipare nella gestione della vita pubblica, creiamo l’ambiente giusto per la libertà di religione”. Mons. Tomasi ricorda, infine, il ministro cattolico pakistano Shahbaz Bhatti, ucciso un anno fa probabilmente da estremisti che volevano difendere la legge sulla blasfemia. “Sarebbe veramente una cosa giusta per il bene comune – dice l’arcivescovo – eliminare questo tipo di legislazione e, invece, affrontare il problema della convivenza, garantendo a ogni cittadino il diritto fondamentale e inalienabile alla libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di pratica religiosa”.  (Sir)