Vita Chiesa

La magia? Un trucco per trasmettere il Vangelo

di Francesca Lippi

Maga Maghella compare al circolo Pro Loco di Ronta in un venerdì ventoso e freddo, nell’uniforme tipica dei clown: un buffo berretto con margheritona, pantaloni a righe ed una coloratissima valigia piena dei più svariati oggetti, anche loro in versione multicolor.

Un gruppo di bambini si avvicina un po’ timoroso, ma subito affascinato da questo scricciolo di donna che preannuncia la proposta di un pomeriggio esilarante e ricco di sorprese, poco distanti gli adulti osservano incuriositi e, diciamolo, un po’ scettici. Ma le attese di tutti i presenti non saranno deluse. Lo spettacolo, degno di nota per l’estrema professionalità che lo contraddistingue, è un susseguirsi di gag, giochi di prestigio e d’illusionismo, che nulla ha da invidiare a quello di qualche prestigiatore famoso. Maghella interagisce con il pubblico, coinvolgendo tutti e creando un’atmosfera davvero magica. E così, tra l’apparizione di una tortora, le bolle di sapone, la pomata fantasia e la formula magica, i piccoli spettatori vedono spuntare tanti foulard colorati che simboleggiano: amore, amicizia, solidarietà, speranza, purezza, gioia con il consiglio di portarli con loro nella cartella della scuola, insieme alla merenda.

Maghella non lesina nemmeno l’insegnamento di qualche trucco, come ad una vera scuola di magia e ricorda, saltellando sul palco, che «i bambini non hanno bisogno di magia, perché la magia ce l’hanno nel cuore»; i piccoli, ormai completamente catturati, pendono dalle sue labbra, mentre gli adulti, ammirati, abbandonato lo scetticismo iniziale resistono, malgrado il tempo inclemente, sino alla fine dello spettacolo. Poi uno dei più piccoli, al momento degli applausi finali, esclama: «Non è vero che sei una suora, non si vede!» Eccolo il trucco più grande che ha presentato Maga Maghella, alias suor Linda, francescana delle Ancelle di Maria, in Coverciano, si può togliere la tonaca e diventare una «maghetta», portando così la catechesi ai più piccoli, facendoli sorridere, con la gioia nel cuore, proprio come ha insegnato San Francesco.

«Il nostro obiettivo principale con questi spettacoli – spiega suor Linda – è quello di evangelizzare, poi raccogliamo offerte, attraverso l’acquisto delle magliette del nostro Club – Matti da slegare – che servono per i fondi da destinare alle nostre consorelle indonesiane, affinché possano aprire una casa laggiù».Come ha deciso di diventare maga? «È accaduto nel 2000, durante un viaggio a Lourdes, nel treno dei bambini, ho incontrato clown ed animatori e sono rimasta affascinata dal modo che questi avevano d’intrattenere i più piccoli, soprattutto disabili. Ho pensato che fosse un ottimo metodo per svolgere la catechesi ed ho iniziato. Ho frequentato corsi ed ho cominciato questa “tecnica di evangelizzazione” che funziona! Trasmettere la gioia è essenziale, perché essere cristiani è gioia. Perciò vado in giro e presento i miei spettacoli nelle parrocchie, nelle scuole, nei centri per disabili ed abbiamo anche creato un club, “Matti da slegare”, perché siamo così matti da credere in Gesù».

Quali sono i suoi prossimi progetti? «Mi piacerebbe – risponde suor Linda – aprire una scuola di magia per i bambini, per insegnare i “trucchi del mestiere”, ciò mi permetterebbe d’interagire con i più piccoli e proseguire al meglio la mia catechesi».

E a Firenze c’è anche il «Mago Magone»La passione per la magia di suo Linda non è un caso isolato tra i francescani di Firenze. Il primo a seguire questa strada è stato il Mago Magone, «in arte padre Adriano», come ama farsi chiamare. «La mia famiglia – spiega – è una famiglia di giocherelloni: il primo gioco di magia me lo ha insegnato mio babbo, la moneta che sparisce per riapparire dietro l’orecchio del bambino. Nella mia vita poi – prosegue – si è affacciato Dio con forza e così sono entrato in convento dove ancora vivo e cerco di fare il frate». Dopo alcuni anni al convento francescano di Fiesole, attualmente è a Monte alle Croci, a Firenze. Intanto però la curiosità per i giochi di prestigio continua, fino a diventare una passione: «Mi piace far divertire ma dico la verità mi diverto tantissimo anche io. Quando un bambino apre la bocca stupito o sorride divertito mi viene proprio la gioia». Ma è anche un modo di fare evangelizzazione: «Quanto riesco abbino un messaggio di fede a qualche gioco così che tra una risata e l’altra possa entrare una buona parola, un buon messaggio».

Nei suoi spettacoli, padre Adriano raccoglie anche offerte per le missioni francescane in Bolivia. Tra le sue esibizioni, c’è anche la partecipazione alla Festa della Famiglia della Diocesi di Firenze, nel settembre scorso, alla Fortezza da Basso. Tra i prossimi appuntamenti ci sono Campi Bisenzio (domenica 17 giugno), la parrocchia fiorentina di San Gervasio (19 giugno), San Piero a Ponti (28 giugno), Rosignano Solvay (8 luglio), Suvereto (19 luglio), Asciano Pisano (1 settembre). Per contattarlo: tel. 333.4813806, fra.adriano@tiscali.it