Vita Chiesa

La paradossale logica di Dio

Nel vangelo di questa domenica i farisei e gli scribi mormorano perché Gesù «riceve i peccatori e mangia con loro» (Lc 15,2). Ma all’invidia degli interlocutori fa da contrappasso la gioia messianica che trabocca dalle parabole che il Signore utilizza per introdurre i presenti – anche noi che leggiamo – alla paradossale logica di Dio. Non è dei giusti che il Padre dei cieli si preoccupa, ma dei figli perduti e per i quali è disposto ad affrontare ogni pericolo, come fa il pastore con la pecora smarrita; o a intraprendere una ricerca minuziosa come fa la donna che «accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente» (Lc 15,8) fino a trovare la moneta perduta; o ancora ad accettare i tempi lunghi di una pazienza che non si stanca di attendere il ritorno del prodigo (Lc 15,11 ss)«Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta… Rallegratevi con me, perché ho ritrovatola dramma che avevo perduta … bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato (Lc 15,6.9.32)». Il verbo greco (kairo) con cui l’evangelista Luca esprime il far festa e rallegrarsi è proprio quello usato nella Bibbia per indicare la gioia della salvezza.La gioia di Dio! Tutti devono entrarvi nella condizione di uomini liberi: liberi e costituiti in dignità perché amati dal Padre.A tanto conduce il Vangelo che ci vuole eternamente felici.Lo stesso stile, a somiglianza del Padre che è perfetto (cfr Mt 5,48), Gesù attende da coloro che credono in lui: non si possono proiettare criteri individualistici ed egoistici nella salvezza eterna. Dio ci vuole insieme, per questo ama essere pregato, come Mosé che intercedendo insistentemente per un popolo dalla dura cervice (Es 32,9) ci insegna a non stancarci di assumere i fratelli nella preghiera di intercessione. Per questo il Signore ci dà l’esempio del buon pastore e della donna che cerca attentamente nel buio della casa, e ci descrive con ricchezza di particolari l’attesa paziente, nel non giudizio e nell’amore fedele e gratuito, del Padre misericordioso.

Farisei e scribi mormoravano perché Gesù riceveva i peccatori e mangiava con loro… Il Padre della parabola odierna prepara un banchetto per il figlio ritrovato. Il Signore ci dice che «molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli» (Mt 8,11).

Si, in quel giorno: «Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati… Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza» (Is 25,6.9).a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa