Vita Chiesa

Liberaci dal Maligno. Parlano esorcisti e teologi

di Silvia MiglioriniMagie, possessioni, spiritismo, malefici… tutto ciò che ruota intorno al male ed al mondo dell’occulto. Parlare del diavolo e delle sue mille espressioni suscita ed ha sempre suscitato interesse, curiosità e forse timore. Un timore che non ha frenato le oltre 400 persone che sabato 11 settembre si sono accalcate nella Chiesa di Sasso d’Ombrone (Grosseto) e nella piazzetta antistante per assistere al convengo organizzato dalla Comunità di Siloe e dalla diocesi di Grosseto su «Occultismo, spiritismo, magia, stregoneria, satanismo. L’efficacia esorcistica della fede».

Un tema affrontato e dibattuto dal vescovo di Grosseto, Franco Agostinelli, dal vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, Mario Meini, dall’esorcista della diocesi di Grosseto, padre Mario Parente, da Roberta Grillo, presidente del Gruppo ricerca e informazione socio-religiosa di Milano, da Vincenzo Mastronardi, psichiatra e docente della Sapienza di Roma, dal teologo padre Moreno Fiori, da padre Giancarlo Gramolazzo, presidente dell’Associazione internazionale esorcisti, da don Gianfranco Iotti, esorcista della diocesi di Reggio Emilia e dall’illustratore Carlo Rispoli.

Insomma una rosa di nomi importanti, ognuno dei quali ha portato il suo prezioso contributo ad un convengo che ha attirato tanti curiosi, gente comune, ma anche studiosi del fenomeno e uomini di Chiesa.

Ma da dove nasce l’urgenza di un convegno di questo genere?

«Dalla necessità – ha spiegato monsignor Agostinelli – insita nell’uomo di oggi, tanto scettico ed attirato da strade anche pericolose, di ritrovare la via giusta, seguendo il proprio credo, la propria fede.»

Dall’affluenza che c’è stata a Sasso d’Ombrone, oltre 400 persone, si deduce una forte attenzione verso il mondo dell’occultismo, dello spiritismo, della magia, della stregoneria e non ultimo di satana. «Ma il nostro approccio – spiega padre Parente – non ha voluto appagare curiosità banali sul mondo dell’occulto, ma offrire una chiave d’interpretazione del fenomeno e l’antidoto (visto che siamo in tema) per starne alla larga. Comunque ritengo che i motivi di questo forte interesse siano, in realtà, solo due: primo quello della fede, perché chi crede in Dio, crede anche nella presenza del demoniaco; quindi la forte mentalità magico superstiziosa insita nella realtà di oggi».

Ma perché in un mondo che volge il suo sguardo interamente al futuro, alla scienza ed alla tecnologia, c’è ancora un interesse verso queste pratiche considerate da tanti medievali?

«Pur essendo l’uomo di oggi un essere tecnologico che tende ad eliminare dal suo raggio d’azione tutto ciò che non è razionale, nasconde in sé – risponde padre Parente – una forte debolezza, una fragilità psico-spirituale. Per questo è continuamente alla ricerca di certezze. In che modo? Ricorrendo alla fede o ai maghi che danno, a modo loro, delle risposte».

E Satana, è proprio tramite i maghi, le stregonerie, i malefici che si manifesta o in quale altro modo?

«Chi cerca Satana – risponde ancora il religioso – lo ha già trovato. Basta volerlo trovare e lui ti viene a cercare nella tua quotidianità puntando sulle tue debolezze. Non è così difficile».

Ma quanto è diffuso in Toscana il fenomeno del satanismo e dell’ occultismo?

Padre Moreno Fiori, demonologo, che è stato per cinque anni esorcista nella nostra regione, spiega che «la Toscana è una terra molto superstiziosa, non tanto perché il toscano sia cattivo, quanto forse perché ha un retaggio storico culturale che affonda le sue radici negli etruschi, popolo che con la magia aveva molta confidenza».

Ma in quali zone è più diffuso il fenomeno?

«Nel Chianti certamente – risponde sicuro padre Fiori – ma anche Livorno, Viareggio e Massa non sono da meno. Il lavoro per l’esorcista in Toscana non manca davvero».E qui padre Moreno ha voluto raccontare il caso di un podere maleficiato del Chianti: si trattava di un maleficio che era stato fatto utilizzando dei chiodi: «Sapete quanti ne abbiamo tolti dai muri – ci chiede –? Un centinaio di chili. Sembra incredibile!».Fede, digiuno e preghierale armi contro il DemonioAppurata l’esistenza di Satana, come persona, non tanto come astrazione della mente, come «male» in senso lato, e assodato che il demonio è un «perdente nato», resta a tutti la necessità di «armarsi» e difendersi contro le insidie malefiche. Rarissimi i casi di vera e propria possessione demoniaca, e quindi rarissimo l’uso del sacramentale esorcistico.

Ma come essere resistenti all’azione del Male? Con tre armi evangelicamente infallibili: la fede, la preghiera, il digiuno. Armi evangeliche, appunto, come suggeritoci dal Vangelo stesso.

Si tratta di tre armi spirituali, sperimentate e collaudate in modo vincente da Gesù stesso, quando, condotto nel deserto, fu tentato per tre volte dal diavolo. Gesù, cioè, ha proposto gli stessi atteggiamenti che gli hanno permesso la sua vittoria piena sul nemico di Dio e dell’umanità. La prima tentazione fu quella delle pietre da mutare in pane (Mt 4,3-4). Gesù supera l’esame preferendo il digiuno del pane materiale e l’abbondanza invece della Parola di Dio. E’ la Parola che esce dalla bocca di Dio la manna che nutre veramente nel nostro pellegrinaggio terreno. Si tratta di un cibo che sazia la fame dell’uomo, senza compromessi con il demonio. Il digiuno è quindi la prima arma spirituale, così come dimostrano anche i padri del deserto e la tradizione ininterrotta della Chiesa che ha nobilitato il digiuno anche come Tempo liturgico particolarmente adatto alla preparazione alla Pasqua.

A proposito dell’efficacia esorcistica del digiuno anche Tertulliano affermava: «[Gesù] insegnò che il digiuno è l’arma migliore per combattere la peggiore specie di demoni. Cosa c’è di strano se con la medesima operazione con la quale si fa entrare lo Spirito Santo, si fa uscire lo spirito iniquo?».

La seconda arma spirituale per vincere l’avversario di Dio e dell’uomo è la preghiera. È con essa che Gesù vince l’altra tentazione, quella di gettarsi giù dal punto più alto del tempio per poter essere salvato dagli angeli (Mt 4, 5-7). È una vera e propria tentazione, quella di provare Dio con parole vane e con richieste fittizie. Come il digiuno anche la preghiera è un’efficacissima arma antisatanica, perché colpisce al cuore le intenzioni cattive del demonio. Con la preghiera si obbedisce a Dio e si disobbedisce al maligno. Ma per Sant’Agostino, la preghiera è impossibile senza la fede. Per pregare bisogna credere. È la fede che fa sgorgare la preghiera.

A tutti i regni del mondo Gesù preferisce la comunione e la carità di Dio Padre (Mt 4,8-10). Gesù non si prostrerà né adorerà il nemico di Dio, perché il Figlio, anche sulla croce, anche nel deserto, è sempre in comunione di amore col Padre e di perenne abbandono alla sua volontà. Superando questa terza tentazione Gesù ci insegna ad avere fede in Dio: solo a Lui dobbiamo rendere il culto di adorazione. Grazie alla fede non siamo più nel cerchio negativo della tentazione, ma nell’orizzonte positivo della presenza provvidente di Dio. Le molteplici tentazioni del demonio si vincono con questa fede incrollabile in Dio. E’ la fede l’arma più potente e la radice di ogni difesa contro il male. È la fede che fa sgorgare sia la preghiera sia il digiuno.Claudia Biagioli Ma chi è il Demonio?La Chiesa assicura che il Demonio è un essere concreto che «va in giro per il mondo come un leone ruggente cercando le anime da divorare». Questa «creatura» è chiamata anche Satana (dal greco Satanàs) o Diavolo (dal greco Diabolos), termini che significano «calunniatore», «accusatore». Nei documenti di Qumran egli è chiamato «Beliar» o «Belian», cioè «privo di qualsiasi valore». Gli Ebrei lo chiamano anche Belzebub, italianizzato in Belzebù, storpiatura di una divinità cananea. Contro Satana, l’Angelo decaduto, il «Principe di questo mondo» (Gv. 12,13) la Chiesa cattolica ha istituito, nel 1614, il Sacramentale dell’esorcismo. La pratica, leggermente ritoccata nel 1952, è stata tradotta dal latino in italiano e rivista alcuni anni fa. Il Diavolo, beninteso, rimane lo stesso di sempre, così come i segni della possessione, che sono «il parlare lingue sconosciute, mostrare una forza fisica non conforme all’età ed allo stato di salute, ed esprimere con la blasfemia un’avversione viscerale a Dio». L’innovazione più eclatante consiste nel ricorso, da parte dell’esorcista, ad altre figure specialistiche, come lo psicologo e lo psichiatra, purché cattolici. E infatti al convegno di Siloe era presente anche il professor Vincenzo Mastronardi, psichiatra, titolare della cattedra di psicopatologia alla facoltà di Medicina della Sapienza di Roma. Questo per poter discernere, il più scientificamente possibile, la possessione da ogni forma di patologia e di suggestione.C.B.La Nota pastorale dei vescovi toscani su Magia e demonologia>