Vita Chiesa

Lourdes, sul treno dei bambini, dove il pianto si mescola ai sorrisi

di Giancarlo Polenghi

Scrivo dal treno bianco dei bambini ammalati, delle loro famiglie e dei giovani che stanno tornando da Lourdes con un pellegrinaggio  Unitalsi che si è svolto dal 22 al 28 giugno 2009. È la prima volta che faccio un’esperienza del genere e provare a trasferirla in un articolo mi pare impossibile. Ma tant’è: sono qui come giornalista e documentarista (assieme a colleghi e amici) ed è bene che ci provi e basta.

Lourdes è la Madonna e gli ammalati, è preghiera e povertà, è speranza e dono. Cominciamo da quest’ultimo: Peppe, un barelliere di Livorno è entrato nel nostro scompartimento poco fa, con le lacrime agli occhi e con un pacchettino mezzo sfatto che conteneva una statuetta della Madonna. Mi ha dato il tutto e mi ha detto: «quanto vale questo?» Eppoi mi ha mostrato il biglietto firmato da Greta, la bimba di nove anni, ammalata e su una carrozzina gialla, che così esprimeva la sua riconoscenza.

«Non ha prezzo, la gioia e l’affetto che queste persone sono in grado di darti. Conosco il mondo – prosegue Peppe – e so anche come fare ad avere successo e denaro, ma quello che provo ora vale più delle più esclusive vacanze nei paesi più esotici che si possono immaginare».

Che cosa fa Lourdes alla gente, e che cosa la gente fa con Lourdes? Domande impegnative, che non hanno risposte uniche e definitive. Ho visto però 800 toscani muoversi per 6 giorni tra carrozzine, celebrazioni eucaristiche e processioni, tra «riunioni di verifica» nelle quali «si toglie il tappo» per condividere interrogativi, frustazioni, emozioni, e tanti pianti ma forse ancor più risa di gioia e di buonumore.

La sofferenza degli innocentiIl pianto e il riso si somigliano e a Lourdes il loro alternarsi e mischiarsi è così frequente ed impetuoso, che spesso non si capisce più che cosa viene prima e che cosa dopo. Lourdes è un luogo di emozioni forti. Gente sana e malata si prende il tempo per stare insieme, in una dimensione di preghiera e di allegria.

In questo pellegrinaggio i malati – soprattutto i bambini malati -, e i giovani che li servono, sono al centro dell’attenzione di tutti, un’attenzione che pone interrogativi prima ancora che intellettuali, affettivi ed effettivi. La sofferenza degli innocenti è sempre tremenda. Sebastiano, un bambino di 10 anni, non può camminare e parlare a causa di una vaccinazione che invece di immunizarlo gli ha dato la poliomelite; è qui con gli zii, per la prima volta in un viaggio senza i genitori. Un altro di nove anni, Samuel, per una lesione alla nascita, è su una sedia a rotelle e ha difficoltà di apprendimento e di espressione; è con la sua mamma originaria di Santo Domingo ma residente a Pisa, che nell’Unitalsi ha trovato una famiglia accogliente e che non la finisce più di ringraziare.

Giada ha 13 anni, è leucemica ed ha rischiato più volte la vita – ora sta meglio ma è ancora sotto cura chemioterapica – Micol invece è salva per miracolo da un incidente stradale avvenuto quando aveva 19 anni. Andrea è un bimbo di 9 anni, con una malformazione cromosomica, la trisomia 18, che lo rende molto fragile. Per la sua mamma, Federica, Andrea « è la mia porta per il paradiso, l’imperfetto per questo mondo, perfetto per il mio mondo».

Per tutte queste persone, e per le loro famiglie, Lourdes è, nei fatti, nelle dichiarazioni e nei comportamenti, un’oasi di pace, un luogo sospeso, in cui i nodi si sciolgono. L’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), che in Italia ha 200.000 iscritti e in Toscana 3.000, è una realtà segnata da Lourdes, e che a Lourdes sta lasciando il segno.

La sua origine risale a più di 100 anni fa, quando Giovanni Battista Tomassi, un disabile romano, aveva pianificato di suicidarsi davanti alla grotta della Madonna, invece si convertì e fondò una realtà che oggi porta 80.000 persone l’anno a pregare davanti a Massabielle. L’Unitalsi ha costruito e gestisce il Salus Infirmorum, un grande centro di accoglienza per il malato con 350 letti e tutte le facilitazioni per rendere possibile il pellegrinaggio anche ai disabili più gravi e bisognosi di cure.

Ma l’Unitalsi è soprattutto le persone: l’attenzione per le persone da parte delle persone. E in un mondo dove parlare di sacrificio, di donazione, di dimenticanza di sé può sembrare difficile, l’Unitalsi Toscana sta compiendo piccoli e concreti miracoli. «Negli anni 80 – spiega Roberto Torelli (vice presidente dell’Associazione in Toscana e direttore del pelligrinaggio dei bambini e delle famiglie) – siamo stati i primi a fondare una sezione dei Giovani dell’Unitalsi e a lanciare l’idea dell’Unitalsi tutto l’anno, per non relegare ad una sola settimana il nostro impegno. L’idea ebbe successo e oggi abbiamo aperto anche delle case famiglia, come quella di Pisa, per dare una famiglia ai malati che non ce l’hanno. Nel contempo abbiamo lavorato molto sul treno dei bambini, coinvolgendo come sempre i malati e i disabili, ma anche i nostri figli».

Tre generazioni di dame e barellieriOggi i bambini di ieri sono diventati ragazzi (al pellegrinaggio ce ne sono una trentina tra i 12 e i 18 anni, includendo gli Scout che collaborano da ormai 10 anni con grande incisività e a cui è affidata l’animazione dei bambini), e continuano a venire, trasformandosi da fruitori a protagonisti attivi del servizio, con responsabilità crescenti, come preparandosi ad un passaggio di testimone nella gestione e soprattutto nella carità, che in Unitalsi è già tradizione.

Anche in questo viaggio tra dame e barellieri si sono viste persone di tre diverse generazioni, dai nonni ai nipoti, passando per i padri e le madri. «Le famiglie dei bambini con gravi problemi sono al centro della nostra attenzione – dice don Cesare Tognelli (l’assistente spirituale del pellegrinaggio) – e qui vedono ancor meglio come valorizzare la dimensione della sofferenza attraverso l’amore».

Le celebrazioni eucaristiche sono state presiedute da monsignor Vasco Giuseppe Bertelli, vescovo emerito di Volterra e assistente regionale Unitalsi Toscana, che con buonumore e profondità ha accompagnato i pellegrini nel loro itinerario di preghiera. Una preghiera che si affaccia nella vita come una luce più intensa o come un bagliore inaspettato. È Franco Gabriele, medico e responsabile del servizio sanitario che ce lo ricorda: «la gente di questo treno torna fisicamente con gli stessi problemi che aveva all’andata, ma sono più felici perché si sono sentiti voluti bene, eppoi qui a Lourdes succedono cose strane, come quella volta che un vostro collega cineoperatore un po’ scettico andò alla grotta e mi disse: “ho guardato la Madonna e lei mi ha detto A4, e io mi sono sentito colpito e affondato”. Un commento di uno che ci è venuto e che dice tutto». Perché per sapere che cosa è Lourdes, bisogna andarci.

I prossimi pellegrinaggiFitta di appuntamenti, come sempre, l’agenda dei pellegrinaggi promossi dall’Unitalsi toscana per l’estate 2009. Dopo il pellegrinaggio speciale a Lourdes per bambini e famiglie, il prossimo appuntamento sarà dal 22 al 28 luglio (con treno in partenza da Arezzo) o, in alternativa, con volo aereo da Pisa e da Firenze (23-27 luglio).

Un nuovo pellegrinaggio regionale poi si svolgerà a settembre e sarà guidato dall’Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, presidente della Conferenza Episcopale Toscana. Oltre al treno (dal 14 al 20 settembre, partenze da Prato e Grosseto) il viaggio si potrà effettuare anche in aereo (dal 15 al 19 settembre) con partenze da Firenze, Pisa e Grosseto. Questo pellegrinaggio è stato proposto a tutte le parrocchie della Diocesi di Firenze come pellegrinaggio diocesano.

>L’Unitalsi Toscana parteciperà anche al pellegrinaggio nazionale a Lourdes (28 settembre-4 ottobre) con un treno in partenza da Prato.

In programma anche un pellegrinaggio a Loreto (24-27 agosto) con treno in partenza da Firenze, e poi in ottobre (dal 14 al 22) un pellegrinaggio a Fatima in treno, organizzato insieme all’Unitalsi del Triveneto.

Per informazioni: Unitalsi Toscana, via dello Studio 1, Firenze. Tel. 055.2398015, sito internet www.unitalsitoscana.it