Vita Chiesa

Manifestazione di Forza Nuova a Prato: diocesi, «non portare divisioni in una comunità pacifica»

«Prato è stata sempre una città aperta e accogliente» in cui l’altro «si è sempre sentito a casa sua, non è stato mai respinto»: «Il prendersi cura e il rispetto, il non disprezzo e l’accoglienza, il lavoro e la sua dignità sono stati alla base della convivenza civile della città. Perché vuoi venire a turbare e intimorire chi con fatica ha costruito una città mite, pacifica, facente parte di un condominio planetario? Per meri interessi elettorali? Per diffondere una cultura della violenza?». A Prato, si legge nella lettera, «non può esserci spazio per culture sovraniste, xenofobe, egoistiche, intransigenti che non mettono l’amore per l’altro al primo posto, la solidarietà, il lavoro, il bene di tutti. Al cuore dei principi della convivenza a Prato non ci sono la violenza, il respingimento, il razzismo, il ‘prima i pratesi’. Ci sono i principi della nostra Costituzione fondante un ordinamento che assicura la pace e la giustizia fra tutti». «Non scandalizzare i piccoli e i poveri di Prato, non istigare il popolo pratese a costruire muri (fisici o culturali che siano); li abbiamo abbattuti con fatica – scrivono i firmatari – e oggi sono solo dei richiami storici che attraverso il fare memoria ci dicono che solo con i ponti, le amicizie e il confronto abbiamo fatto grande Prato come luogo di pace e di scambio».

«Non banalizzare una coscienza pacifica, pacificata e pacifista che a fatica, dalla Resistenza in poi, si è costruita a Prato, città ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di ‘città di Maria’», scrivono ancora i quattro uffici di curia della diocesi di Prato, che aggiungono: «Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere. La nostra comunità è impegnata a integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dell’indifferenza e dello scarto». L’appello dei firmatari ai militanti di Forza Nuova è a convertirsi «alla non-violenza e alla giustizia di cui il popolo di Prato, tutti i popoli e ciascun uomo e donna che abitano il pianeta hanno sete profondissima» e «spostare la nostra attenzione dai nostri bisogni a quelli degli altri, può diventare la logica profonda della nostra esperienza umana e, allo stesso tempo, la vocazione profonda che può motivare e incoraggiare le nostre azioni e le nostre scelte all’interno della società civile». «Solo a queste condizioni ti sentirai cittadino di Prato e potrai venire a manifestare», chiude la lettera: «Fino a quando ti definirai ‘fascista, xenofobo, sovranista, razzista, violento’, Prato non potrà essere la tua patria e noi non potremo permettere che tu venga a dissipare e distruggere un patrimonio culturale costruito con tanta fatica, dolore, duro lavoro, cooperazione sociale, solidarietà, altruismo».