Vita Chiesa

Marcia per la pace: il 31 dicembre 50ª edizione a Sotto il Monte in memoria di Giovanni XXIII

La partenza è prevista da Calusco d’Adda nel tardo pomeriggio. Da lì saranno percorsi 4 chilometri. L’ultimo atto sarà la celebrazione eucaristica, alle 22.30. Il tema sarà quello del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2018: «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace». Un ritorno quest’anno nella città natale di Giovanni XXIII. Da quei luoghi partì, infatti, la prima edizione della marcia nel 1967.

L’iniziativa è promossa dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, Pax Christi Italia, Caritas Italiana e dall’Azione Cattolica. Un gesto simbolico sarà compiuto dai partecipanti, quello di una «cena digiuno»: ciascuno potrà infatti offrire l’equivalente della cena per i più bisognosi. Il ricavato sarà destinato al progetto «Lavoro per e con…», che si occuperà dell’avviamento di una attività lavorativa per giovani disoccupati italiani e non, nelle Valli Bergamasche, attraverso la riqualificazione di aree boschive e di terreni di proprietà dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero.

Una croce costruita con i legni dei barconi approdati a Lampedusa, benedetta e firmata da Papa Francesco. Sarà questa l’icona portata in cammino come simbolo durante la Marcia della pace tra Calusco d’Adda e Sotto il Monte. «Una croce che evoca la vicenda drammatica di moltissime persone costrette ad abbandonare i propri Paesi alla ricerca di migliori condizioni di vita, spesso in fuga dall’orrore della violenza e della guerra – si legge in una nota degli organizzatori -. E nell’evocare la storia e le tragedie delle migrazioni richiama le responsabilità di tutti e di ciascuno, la necessità di un impegno condiviso per la costruzione, in concreto, di situazioni di accoglienza e di pace». «Costruire e vivere la pace è un impegno che riguarda ciascuno – sottolinea don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo -. L’occasione di vivere in casa nostra la marcia permette alle nostre comunità, ai giovani o adulti che condivideranno questo cammino, di incontrare e condividere esperienze e testimonianze che ci aprano la testa ed il cuore».