Vita Chiesa

Maria tra liturgia e devozione dal Concilio ai giorni nostri

di Pietro PratolongoDocente di liturgia allo Studio Teologico interdiocesano di Camaiore«Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo (Anno Liturgico) la santa Chiesa venera con particolare amore Maria ss.ma Madre Di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera della salvezza del Figlio suo; in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della redenzione, ed in Lei contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa, tutta, desidera e spera di essere». (Sacrosanctum Concilium n.103).

È questo il primo testo del Concilio sulla Vergine Maria, esso inaugurò e indicò i nuovi criteri del linguaggio della fede sulla Madre del Signore. Il mistero della Incarnazione e la vita di Maria come immagine della Chiesa e del singolo cristiano sono alla base del rinnovamento liturgico voluto dal Vaticano II. Paolo VI affermò nel discorso di chiusura della III sessione del Concilio: «È la prima volta… che un Concilio ecumenico presenta una sintesi così vasta della dottrina cattolica circa il posto di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa…».

Prima del Concilio Maria occupava il posto intermedio fra Cristo e i fedeli. La Chiesa rifletteva su di Lei in maniera univoca; il Concilio ha riscoperto la grande teologia del Padri della Chiesa: Maria è immagine della Chiesa e del cristiano. Per questo nello stesso giorno della promulgazione della Lumen Gentium Paolo VI, impegnando il proprio magistero, motu proprio coram concilio et in concilio, proclamava Maria «Madre della Chiesa».

Nella Liturgia della ChiesaAlla liturgia è riconosciuto il valore di essere uno dei luoghi privilegiati dove la Chiesa esprime la sua fede e la sua dottrina. La liturgia manifesta infatti quale sia la fede della Chiesa, cosa la Chiesa crede, da cui il detto: «dimmi come preghi e capirò che cosa credi». La liturgia celebra il Mistero dell’Amore di Dio rivelato nella persona di Gesù, celebra la nostra salvezza in Cristo, il rito e la preghiera sono la fede stessa della Chiesa.In questa fede celebrata, la Chiesa annuncia e prega verità riguardanti Maria di Nazaret, Madre di Gesù. Nella sua storia la Chiesa ha celebrato il Mistero di Dio in Maria prima nel vissuto della preghiera liturgica e poi nella formulazione dogmatica, per esempio il dogma dell’Immacolata e dell’Assunta sono stati prima celebrati nella liturgia e dopo codificati. La liturgia celebra, indica e spiega:

• la partecipazione di Maria all’opera redentrice di Gesù. Essa è la prima creatura redenta ma anche la generosa Serva del Signore che aderisce alla volontà di Dio.

• Maria è messa dinanzi al popolo cristiano come «modello di virtù»; con la sua vita spesa accanto al Figlio induce i fedeli a conformarsi meglio al Signore, incita a custodire la Parola ascoltata, sospinge al servizio generoso e fedele.

• la liturgia sottolinea la presenza di Maria nella comunità cristiana radunata per celebrare il Signore. Infatti in quanto membro della Chiesa e ormai pienamente glorificata Maria partecipa all’oggi liturgico della Chiesa, unisce la sua voce a quella degli angeli e dei santi che assieme alla Chiesa cantano e celebrano la gloria di Dio. Assunta al cielo Maria è nella Chiesa e con la Chiesa, membro eletto della Chiesa e Madre della Chiesa.

L’indissolubile vincolo tra Maria e Gesù, a causa della maternità, è il primo e fondamentale criterio entro cui si esprime la venerazione liturgica verso di Lei. Alla luce dei misteri di Cristo la Chiesa venera la Madre e generosa Serva del Signore, modello e immagine del vero cristiano. La preghiera del rosario, ultimo gesto di amore a Maria di Giovanni Paolo II non è altro che la riflessione orante e la meditazione del grande Mistero dell’Incarnazione.Maria è così, come indica il Concilio e i documenti dei Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II, la figura, la primizia, l’icona perfetta della Chiesa, dentro la quale Ella svolge la sua «mediazione materna».

Con Maria e come Maria la Chiesa crede, spera, ama, celebra e vive il Mistero di Cristo, in attesa orante dell’Avvento del Signore. La Chiesa si rispecchia nella Tuttasanta e trova in lei già compiuta la liberazione totale dal peccato e dalla morte che attende nella fede.

Prospettive ecumenicheNel 1999 il gruppo di Dombes (gruppo di teologi di varie confessioni) pubblica un documento di riflessione ecumenica sulla Vergine Maria dove si sottolinea: «…Maria non è mai stata causa di separazione tra le chiesa Al contrario essa ne è diventata la vittima, addirittura l’espressione esacerbata. Su di lei si polarizzarono e in lei si riflettono numerosi altri fattori di discussione…».

E ancora: «al termine della nostra riflessione, non consideriamo più separatrici le divergenze rilevate». Maria, così come la celebra la Chiesa Cattolica non è più motivo di divisione, ecco la grande novità ecumenica, il frutto più bello della riflessione su Maria del dopo Concilio. Il dibattito non è concluso, ma che il mondo protestante ritenga non contraria al Vangelo la riflessione cattolica fa intravedere l’aurora dell’unità dei cristiani anche se con storie e tradizioni diverse, che non sono più nemiche ma complementari.

La devozione del cuoreAccanto alla liturgia fioriscono nella Chiesa le devozioni: rosario, pellegrinaggi, venerazione delle immagini, preghiere, novene ecc. sono queste quelle che Pascal chiamava le «ragioni del cuore». Accanto al Mistero celebrato dalla liturgia, l’affetto del popolo di Dio crea momenti di preghiera, che sono vie di bellezza e di cuore, che, pur non essendo liturgiche, se debitamente condotte inducono in quella via della «bellezza e dell’Amore», che appartiene alla Tradizione cristiana. Sarà compito dei pastori vigilare che il cuore non induca in eccessi e soprattutto che il cuore non si sostituisca alla liturgia ma che la devozione divenga la migliore preparazione alla Celebrazione Liturgica. Il Rosario ci ricorderà la bellezza della contemplazione, il pellegrinaggio la necessità di un cammino di fede, il santuario la presenza e la compagnia di Maria al mondo, la novena la sua disponibilità a pregare con noi e per noi come fece con gli apostoli e la prima comunità di Gerusalemme.