Vita Chiesa

Messa «Pro eligendo»: card. Sodano, grazie a Benedetto XVI. Preghiera per «altro buon pastore»

«Allo stesso tempo – ha proseguito il cardinale – oggi vogliamo implorare dal Signore che attraverso la sollecitudine pastorale dei Padri Cardinali voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Santa Chiesa». «Ci sostiene in quest’ora la fede nella promessa di Cristo sul carattere indefettibile della sua Chiesa», ha assicurato il decano citando le parole che Gesù disse a Pietro: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa».

All’inizio dell’omelia, il cardinale Sodano ha usato le parole del canto «risuonato presso la tomba dell’Apostolo Pietro in quest’ora importante della storia della Santa Chiesa di Cristo»: sono le parole del Salmo 88, che introducono alla «contemplazione» di «Colui che sempre veglia con amore sulla sua Chiesa, sostenendola nel suo cammino attraverso i secoli».

Appena il cardinale Sodano, all’inizio della sua omelia, ha citato il Papa emerito, la folla dei fedeli è esplosa in un lungo applauso, durato circa due minuti. «Anche noi oggi con tale atteggiamento interiore vogliamo offrirci con Cristo al Padre sta nei Cieli per ringraziarlo per l’amorosa assistenza che sempre riserva alla sua Santa Chiesa ed in particolare per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere del 265° successore di Pietro, l’amato e venerato Pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine», le parole del cardinale decano, dopo le quali è scattato fragorosamente l’applauso.

Quella «affidata da Cristo ai Pastori della sua Chiesa» è una «missione di misericordia». Lo ha detto il cardinale Sodano nella sua omelia, sottolineando che tale missione «impegna ogni sacerdote e vescovo, ma impegna ancor più il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale», cui spetta il compito di «pascere il gregge del Signore». «È quest’amore – ha detto il decano citando le parole di Gesù a Pietro nel vangelo di Giovanni (‘Pasci i miei agnelli’) e il commento che ne fa sant’Agostino – che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia». È quello che ha esortato a fare Benedetto XVI nel «Messaggio per la Quaresima» di quest’anno, in cui ricorda che «massima opera di carità è l’evangelizzazione», che è «la più alta e integrale promozione della persona umana», come scrive anche Paolo VI nella «Populorum progressio». Gesù, ha ricordato il cardinale Sodano citando le letture, «è venuto al mondo per rendere presente l’amore del Padre verso gli uomini»: un amore che «si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali».

«Nell’unità della Chiesa esiste una diversità di doni, secondo la multiforme grazia di Cristo, ma questa diversità è in funzione dell’edificazione dell’unico corpo di Cristo». A ricordarlo, sulla scorta di san Paolo, è stato il cardinale Sodano: «È proprio per l’unità del suo Corpo Mistico – ha detto nell’omelia – che Cristo ha poi inviato il suo Santo Spirito ed allo stesso tempo ha stabilito i suoi Apostoli, fra cui primeggia Pietro come il fondamento visibile dell’unità della Chiesa». San Paolo dunque, ha commentato il decano, «ci insegna che anche tutti noi dobbiamo collaborare ad edificare l’unità della Chiesa, poiché per realizzarla è necessaria la collaborazione di ogni giuntura, secondo l‘energia propria di ogni membro». «Tutti noi, dunque, siamo chiamati a cooperare con il Successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale», ha ammonito il decano. Il punto di partenza per l’invito all’unità rivolto dal cardinale Sodano è stata la «lettera sublime» di san Paolo agli Efesini, dove l’apostolo «insegna le conseguenze pratiche della dottrina presentata prima e comincia con un forte appello alla unità ecclesiale».

«Preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso tale nobile missione. Glielo chiediamo per intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli, e di tutti i Martiri ed i Santi che nel corso dei secoli hanno reso gloriosa questa Chiesa». Si è conclusa con queste parole l’omelia del cardinale Sodano, che nell’ultima parte si è soffermato sull’«atteggiamento fondamentale dei Pastori della Chiesa», che è l’amore, «quell’amore che ci spinge ad offrire la propria vita per i fratelli». «L’atteggiamento fondamentale di ogni buon Pastore è dare la vita per le sue pecore», ha detto il decano: «Questo vale soprattutto per il Successore di Pietro, Pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del Pastore». «Nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e verso l’umanità intera – ha concluso il porporato – gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promuovendo senza sosta la giustizia e la pace. Preghiamo perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale».