Vita Chiesa

Messaggio Giornata pace: mons. Toso, fraternità per innovare politica

«Senza la fraternità – ha proseguito – è certamente più difficile sconfiggere la corruzione ramificata, l’evasione fiscale egoista, l’esclusione e l’iniquità, cristallizzate nella società e nelle strutture, come lo è porre rimedio alla democrazia a bassa intensità». È anche meno agevole riuscire a superare la «globalizzazione dell’indifferenza», abbattere il «feticismo del denaro», di cui Papa Francesco parla anche nella «Evangelii Gaudium». «La fraternità – ha detto il segretario del dicastero pontificio – rappresenta una sfida continua per il diritto, per la politica, per l’economia, per la finanza, per l’ambiente, per lo sviluppo integrale ed inclusivo, per la stessa pace». Come scrive il Papa, infatti, «alle guerre con le armi se ne aggiungono altre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di persone, di famiglie, di imprese».

Per Papa Francesco, «la corruzione e la fame sono una scandalo e, con le loro proiezioni a monte e a valle, cioè la guerra, la crisi, la povertà, la criminalità, l’atomizzazione della società». Lo ha detto Vittorio Alberti, officiale del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, presentando oggi in Sala stampa vaticana il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace. Il Papa «condanna la corruzione del crimine e lo scandalo della fame, e nello stesso tempo definisce i tratti di un recinto, di un senso di collettività, di comunità». In altre parole, «attacca il crimine e sana la ferita della divisione, il dolore della visione: si muove secondo due direttrici, la carità e la solidarietà». Essendo il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, ancora a Johannesburg dopo la cerimonia in memoria di Nelson Mandela, il testo appositamente preparato per la conferenza stampa è stato letto da padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede. Il cardinale ricorda proprio la figura di Nelson Mandela, che «vinse la tentazione di cerare la vendetta ed uscì di prigione con il messaggio supremo della riconciliazione». «Solo fondandosi sulla verità e sulla riconciliazione la maggioranza dei sudafricani ha potuto aspirare ad una vita migliore», scrive il porporato.