Vita Chiesa

Minori migranti: mons. Perego, primo passo è riconoscimento della cittadinanza

Minori migranti e rifugiati e «seconde generazioni» costituiscono «un tassello importante della crescita di un futuro», da realizzare attraverso «un dialogo interculturale che rifiuta nuove forme di esclusione o provvisorietà sociale, ma soprattutto il riconoscimento della cittadinanza, quale punto di partenza per un percorso di responsabilità e partecipazione, che riconosca e valorizzi un nuovo ‘capitale umano’ giunto in Italia da 200 Paesi del mondo». Lo sostiene monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, intervenuto oggi a Roma alla conferenza di presentazione della 103ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Il direttore della Migrantes, riconoscendo come questa Giornata cada «in un momento particolare per la situazione delle migrazioni economiche e forzate» nel quale «cresce la paura e crescono i rischi non solo di alzare muri, di forme di protezionismo, di limitazioni al welfare per i migranti, ma anche di scontri e conflittualità sociale all’interno dei Paesi europei intorno al tema delle migrazioni», ha ricordato i numeri dei minori immigrati: 1.085.274 presenti in Italia al 1° gennaio 2016 (pari al 21,6% del totale degli stranieri); 104.056 nati in Italia nel 2014 da almeno un genitore straniero e 75.067 da entrambi i genitori stranieri, con un calo a 72.000 nel 2015, mentre «rimane ancora drammatica la situazione nel 2015 di 27.168 interruzioni di gravidanza di donne di nazionalità straniera, pari al 31,1% sul totale». In particolare, ha precisato Perego, quello dei minori stranieri non accompagnati è un fenomeno divenuto «estremamente grave negli ultimi tempi»: nel 2015 erano 12.360 su 16.478 giunti sulle nostre coste, mentre nel 2016 il loro numero «è più che raddoppiato rispetto al 2015», passando «da 12.360 a 25.772, di 80 nazionalità diverse».