Vita Chiesa

Mons. Agostinelli: un consiglio di dodici e un forum di idee per rilanciare Prato

Un Consiglio dei giovani, «che periodicamente mi aiuti a leggere dal loro punto di vista la nostra realtà e le aspettative che urgono», e un forum con docenti e intellettuali pratesi, «un laboratorio dove esporre idee e vedute, perché Prato torni a sperare». Sono le due proposte lanciate dal vescovo di Prato, Franco Agostinelli nel giorno di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi.

Questa mattina in cattedrale, alla presenza delle autorità cittadine e di moltissimi fedeli, mons. Agostinelli ha tenuto una lunga omelia nella quale ha parlato di Prato, dei suoi bisogni, e dell’azione della Chiesa. Non è mancato un riferimento ai recenti fatti, «luttuosi e delittuosi», li ha definiti il Vescovo, come «l’oltraggio sacrilego ai Crocifissi e la tragedia dei cittadini cinesi morti nel rogo, moderni crocifissi immolati sull’altare del profitto e dello sfruttamento». Di fronte a questi accadimenti, «alla crisi economica e lavorativa», «questa nostra Chiesa che cosa è chiamata a dire alla città di Prato?», si è chiesto mons. Agostinelli.

E così, «per offrire segni di speranza», il Vescovo ha proposto di chiamare dodici giovani, un numero evidentemente simbolico, e di formare con loro il «Consiglio dei Dodici». Un gruppetto, composto da ragazzi e ragazze «di diversa sensibilità e competenza», che «individui possibili percorsi pastorali, non tanto e non solo per i giovani – ha spiegato il Presule – ma per l’intera società». Un intendimento che mons. Agostinelli annuncia di voler fare quanto prima, perché forte è l’urgenza per la Chiesa di avere «giovani fratelli e sorelle che, come Santo Stefano, nella luce del Signore, nel dialogo, nel discernimento, nell’attenzione alle frontiere generazionali e culturali, svolgano una diaconia, un servizio per il bene della nostra comunità».

Come Papa Francesco nelle sue omelia a Santa Marta, anche il Vescovo Agostinelli ha invitato i cristiani pratesi a impegnarsi «a dare il buon esempio»; «Come possiamo desiderare o sognare una società migliore dell’attuale, se non partiamo da un vero e proprio rinnovamento spirituale che ci metta “in grazia di Dio”?».

Ma il cammino spirituale per mons. Agostinelli deve andare di pari passo con quello del fare. Un doppio binario sul quale viaggiare, come fecero Chiesa e città di Prato, «cresciute insieme», ha detto il Vescovo citando le parole di Giovanni Paolo II. Nella sua omelia il Presule ha parlato spesso di ascolto del povero, del giovane, del ricercatore di verità, del disagio «che ormai diventa cronaca feriale». Ed è a questa urgenza che mons. Agostinelli lega il bisogno di fare come Paolo ad Atene: «Anche noi dobbiamo entrare nell’areopago della nostra civiltà contemporanea, della cultura, dell’economia e della politica, realtà spesso avulse da ogni riferimento ideale al personalismo cristiano e che non riescono a rispondere alla sete di felicità».  Per far questo l’idea è quella di convocare i docenti pratesi, «spesso assai qualificati, nelle più svariate discipline, in diverse città italiane e straniere». Con loro e con vari intellettuali il Vescovo vorrebbe fare un «forum seminariale». Il Presule però tiene a specificare che in questo «la Chiesa non ha alcuna mira politica, ma vuole offrire un contributo a tutti perché Prato torni a sperare, perché Prato non chiuda, perché Prato sia città dell’uomo e della pace». Una iniziativa che vuole essere sulla scia del «Cortile dei gentili», un luogo di dialogo che la Chiesa promuove con tutti, lontani e vicini. «È tempo di audacia – ha aggiunto il Vescovo – non di lamentela e scoramento».

Poi alcune esortazioni. Alla famiglia, «torniamo a prenderci il tempo per sostare insieme, marito e moglie, genitori e figli, nonni e nipoti, per vivere il gusto e la gioia del volersi bene». Al mondo della politica, che deve essere animato dalla «passione per il bene comune», contro «gli interessi di parte o individuali». Al mondo del lavoro, «imprenditori, dipendenti, professionisti, commercianti e artigiani ritrovino convergenze, sinergie, scelte di cooperazione in rete per superare la deriva critica di tutto il distretto». Alla scuola, alla cultura, mons. Agostinelli ha chiesto di operare in collaborazione leale e franca con le famiglie nella progettualità educativa dei giovani. Verso il mondo della sofferenza, fisica, psichica e spirituale, pur riconoscendo «quanto bene è stato compiuto a Prato» verso minori, anziani, famiglie nel bisogno e immigrati, il Vescovo ha invitato a fare «qualche passo ulteriore per una distribuzione delle risorse il più possibile giusta».

Infine mons. Agostinelli ha ricordato l’importante appuntamento con la Visita Pastorale, l’iniziativa che a partire da gennaio lo porterà a conoscere tutte le comunità parrocchiali della diocesi.