Vita Chiesa

New Age, il supermarket della spiritualità

Si può essere buoni cristiani e nello stesso tempo abbracciare alcune pratiche New Age? Solo a patto di esercitare «un serio discernimento», e di avere ben presenti le profonde differenze tra questo movimento e la corretta dottrina cristiana. È questa la risposta contenuta del documento Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul New Age, presentato lunedì scorso in Vaticano.

Musica rilassante, yoga, tecniche di meditazione, massaggi: sono molte le pratiche New Age sulle quali i giornalisti hanno posto domande durante la conferenza stampa di presentazione della nota vaticana. Tutte pratiche «buone», ha risposto don Peter Fleetwood, del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee), a patto però che «i loro principi non entrino in contrasto, o in contraddizione, con gli articoli della fede», ad esempio quando «implicano un certo potere sugli altri che contrasta con l’amore per il prossimo, fondamento del cristianesimo». Via libera, invece, a film come Harry Potter: «Nessuno di noi – ha detto don Fleetwood – è cresciuto senza fate, maghi o streghe», che nel caso della creatrice di Harry Potter, J.K. Rowling, «cristiana di convinzione, anche se non praticante in senso tradizionale», non sono «bandiere ideologiche anticristiane, ma aiuti per i ragazzi a saper riconoscere il conflitto tra bene e male».

Ma se verso alcune pratiche c’è una moderata apertura, resta dura la critica da parte della Chiesa nei confronti del movimento New Age che il cardinale Paul Popard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, non esita a definire una «falsa utopia» per l’uomo di oggi, «insoddisfatto dell’infelicità profonda della felicità moderna». La New Age «non potrà mai offrire ciò che Cristo può offrire», ha detto ai giornalisti il card. Poupard, invitando ad un «discernimento» su tale fenomeno, «sia per quanto riguarda i prodotti con etichetta New Age sia per quanto riguarda coloro che, in misura maggiore o minore, potrebbero essere considerati clienti della New Age. Clienti, devoti e discepoli non sono la stessa cosa».

Il documento presentato in Vaticano, ha aggiunto Michael Louis Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, «riconosce nelle persone che sono influenzate dalla New Age un vero senso religioso», ma nello stesso tempo si pone nei loro confronti in uno spirito di «dialogo critico», che muove dalla «chiara consapevolezza dell’identità del cristianesimo».

È stato uno degli esponenti della New Age a paragonare il movimento a una «fiera mondiale» della religiosità: la nota riprende questa immagine per dire che «i cristiani devono uscire dalle cattedrali, nutriti dalla parola e dal sacramento, e portare il Vangelo in ogni aspetto della vita di tutti i giorni. A coloro che si aggirano per acquistare nella fiera mondiale delle proposte religiose, il fascino del cristianesimo si farà sentire prima di tutto nella testimonianza dei membri della Chiesa, nella loro fiducia, calma, pazienza e affetto, e nel loro concreto amore per il prossimo, tutti frutti della loro fede nutriti dall’autentica preghiera personale».

Una religione senza Dio col mito del benesseredi Patrizia Santovecchi*Oggi come non mai, la scienza e la tecnologia aprono nuove frontiere davanti alle quali l’individuo si trova impreparato e smarrito. I profondi mutamenti culturali in corso portano con sé l’idea che il mondo stia per addentrarsi in un’era nuova. La necessità di «nuove» sicurezze per l’uomo odierno diviene imperante. Allontanati dalle religioni tradizionali, perché ritenute troppo compromesse con le società opulente, molti restano però interessati ad un messaggio spirituale, profetico, radicale e alternativo all’ordine e ai valori della società contemporanea. La riscoperta del sacro e del magico diviene necessità ideologica per ricomporre quei brandelli di «umanità perduta». La New Age nelle sue variegate forme contribuisce alla profonda modificazione dei valori e degli stili di vita dei suoi appartenenti e simpatizzanti. Il suo pensiero invade molti campi dello scibile umano, idee e azioni spesso sono riconducibili alla New Age, anche se coloro che le adottano, spesso, non necessariamente ne comprendono la fonte. I suoi avventori, per lo più, appartengono alle classi medie e superiori, alla ricerca di qualche nuovo valore spirituale: tutti però, anche nella scelta dei beni spirituali, hanno un’anima da consumatore. È così che il benessere psicofisico diventa un colossale supermarket dello spirito. Imponente è l’impatto comunicativo che tramite i mass media e Internet la New Age riesce a diffondere, tanto da meritare la definizione di network planetario. Una vera rete globale composta da un insieme di simboli, credenze, parole, pratiche d’ogni genere, che trasversalmente attraversa la società, raggiungendo gli individui indipendentemente dalle loro identità etiche, culturali e religiose. La rete della New Age unisce, in un unico ed eclettico amalgama, saperi antichi e scienze moderne; tradizioni secolari e tecnologie postmoderne; percorsi iniziatici e metodi formativi; criteri terapeutici e spirituali diversi. Esoterismo, magia e mistiche orientali s’intrecciano e convivono con medicine alternative e psicologie moderne.

Evidenti sono due tradizioni che hanno alimentato, e ancora alimentano, la New Age. La prima è la tradizione teosofica europea, che dà vita all’astrostoria. Sostiene l’importanza dell’influsso degli astri sulla vita dell’uomo e dell’umanità. La seconda, più presente negli Stati Uniti, discende dal trascendentalismo dell’800, fino alle religioni metafisiche e ai gruppi spiritici degli anni ’50. Il contesto culturale più recente è però quello dei movimenti della controcultura e delle mobilitazioni studentesche degli anni ’60. Nel tempo si sono formati i centri e le comunità New Age. La loro sopravvivenza economica dipende in parte da donazioni interne ed esterne alla comunità. Altri fondi sono ricavati dall’offerta di servizi, rivolti ai visitatori e frequentatori della comunità: corsi, seminari, laboratori e terapie alternative. Accanto alle comunità si evidenziano i centri new ager. Si tratta di un vero e proprio settore terziario avanzato strutturato per la produzione e la vendita al dettaglio, personalizzata per ogni singolo utente: pratiche e tecniche corporali, psicoterapie, oggettistica, musica, simboli e feticci. Tutto è finalizzato al benessere psicofisico e all’illuminazione.

Esponente di spicco della New Age è il «movimento del potenziale umano». Il suo principio cardine è che ogni individuo non usa nella vita che una piccola parte delle sue capacità. Per questo l’amore, la conoscenza, e la capacità di fare vengono meno e il vero potenziale personale rimane inespresso. Così secondo la New Age, il processo di guarigione dell’uomo moderno si ottiene attraverso la liberazione del potenziale della mente. L’uomo perciò non ha bisogno di divinità o religioni. È lui stesso a possedere una natura divina: nel suo profondo io, ha tutto il necessario per raggiungere la piena realizzazione. «Espandete la vostra coscienza», «Realizzate il vostro io», «Pensate positivo», «Usate il vostro potenziale creativo». Parole che sono diventate slogan di successo.

Il sospetto che la New Age, ormai, si sia ridotta alla sua dimensione commerciale, è condiviso anche da esponenti storici. Questi denunciano che «nei nuovi movimenti della Nuova Era operano purtroppo persone e organizzazioni con una certa propensione allo sfruttamento e all’imbroglio».

Inoltre i segni lungamente attesi e mai verificati, hanno dato spazio ad una visione meno idealista del mondo e della natura umana. Da questo declino della New Age nasce la Next Age, letteralmente la «prossima era». L’elemento millenaristico scompare e viene meno la dimensione collettiva; si ridimensiona anche la struttura organizzativa. Restano temi come lo sviluppo spirituale, l’illuminazione, la salute-salvezza del corpo e dello spirito. Ma con essi avviene il passaggio dal «noi» alla prima persona singolare, dall’utopia globale al narcisismo. La conseguenza di questa profonda, seppur silenziosa trasformazione della New Age potrebbe essere che la Next Age risulti alla fine un fenomeno ancor più esteso e pervasivo, proprio per il suo carattere personale e individualistico.*L’autrice, esperta di culti e nuove religioni, svolge un servizio di consulenza e informazione per le diocesi di Firenze e di Fiesole

Il testo del documento sulla «New Age»»