Vita Chiesa

Olivelli beato: mons. Gervasoni, «i giovani sono in modo particolare i suoi eredi»

La sua «è una chiamata – spiega mons. Gervasoni – alla santità attuale, una prospettiva di vita cristiana che può orientarsi e incarnarsi in quelle che oggi Papa Francesco chiamerebbe le ‘periferie esistenziali’. Queste realtà hanno bisogno di credenti e uomini di buona volontà che sappiano attraversarle con la luce del Vangelo». In particolare chi oggi si trova nello stesso periodo della vita in cui Olivelli si impegnò fino al dono della vita.

«Egli è stato un giovane inserito nella sua parrocchia e nell’oratorio di Mortara, nell’Azione Cattolica e nella Fuci, nell’ambito militare, in quello dell’università e della cultura, con una passione per la vita sociale e politica del suo tempo. Mi rivolgo quindi specialmente ai giovani, perché essi sono in modo particolare gli eredi di Teresio Olivelli. Pensando al nuovo beato mi viene alla mente l’immagine di cui si serve spesso Papa Francesco quando si rivolge ai giovani. Il Papa raccomanda: ‘Non siate giovani-divano’. È l’invito a non chiudersi in se stessi». Che riecheggia nelle parole dello stesso Beato, il quale scriveva «non devi credere che una vita veramente cristiana sia un viaggio in vagone letto» perché, argomenta mons. Gervasoni, «la santità fiorisce nelle zolle dei nostri campi, germina nelle nostre concrete situazioni, respira nelle nostre case, gioca nei nostri cortili, cammina sulle nostre strade».