Vita Chiesa

Oratori, Nota Cei: mons. Giuliodori, una risorsa per le famiglie in tempi di crisi

«C’è stata una stagione, negli anni Settanta, Ottanta e anche inizio Novanta – ha ricordato il vescovo – in cui lo sviluppo sociale ha fatto nascere tante attività, ma molto parcellizzate, costringendo i giovani a correre per portare i loro ragazzi a far sport, musica, a imparare le lingue. Tante proposte che sono competenze offerte ai ragazzi, ma quello che mancava era l’apporto di una educazione integrale». Oggi, invece, «i genitori si sono accorti che i propri figli sanno fare tante cose, ma fanno fatica a vivere». Di qui il rilancio dell’attenzione all’oratorio, dove «ci sono attività strutturate, ma c’è soprattutto l’attenzione alla persona e alla sua libera espressività». Cresce, insomma, nelle famiglie «l’esigenza di uno spazio a misura di una crescita integrale dei ragazzi».

Nel linguaggio comune, la parola oratorio «richiama un’esperienza di vita buona legata ai tempi della giovinezza». Oggi, forti di 450 anni di esperienza educativa, gli oratori sono una realtà cui guardano con crescente attenzione non solo la comunità ecclesiale, ma anche le istituzioni civili, come dimostrano diversi interventi legislativi. Parte da questa «fotografia» la Nota pastorale della Cei sugli oratori, dal titolo «Il laboratorio dei talenti» (clicca qui). Il documento, elaborato dalla Commissione episcopale per la famiglia e la vita e dalla Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, si propone di «riconoscere e sostenere il peculiare valore dell’oratorio nell’accompagnamento della crescita umana e spirituale delle nuove generazioni» e di «proporre alle comunità parrocchiali, e in modo particolare agli educatori e animatori, alcuni orientamenti».

L’ottica scelta è quella della «pastorale integrata», come antidoto al «relativismo pervasivo» dei processi educativi. La «sfida» è «far diventare gli oratori spazi di accoglienza e di dialogo, dei veri ponti tra l’istituzionale e l’informale, tra la ricerca emotiva di Dio e la proposta di un incontro concreto con Lui, tra la realtà locale e le sfide planetarie, tra il virtuale e il reale, tra il tempo della spensieratezza e quello dell’assunzione di responsabilità».