Vita Chiesa

PAPA: CARD. RUINI, «SI È FATTO COMPAGNO DI STRADA DI NOI CRISTIANI DI ROMA»

“Venuto da lontano”, Giovanni Paolo II, “il nostro tanto amato papa”, “per oltre ventisei anni si è fatto compagno di strada di noi cristiani di Roma”. Lo ha detto il card. Vicario Camillo Ruini nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio alla Messa Novendiale della diocesi di Roma, celebrata in suffragio di Giovanni Paolo II nella basilica di San Pietro.

“Possiamo chiederci – ha detto il cardinale – come abbia fatto, Giovanni Paolo II, ad esserci tanto vicino, ad entrare così profondamente nel cuore dei romani, ma anche degli italiani e di tanti cittadini del mondo. La vera risposta è semplice e carica di significato: egli è stato, e continua ad essere, per tutti fratello e padre, perché uomo di Dio, perché è costantemente vissuto alla presenza di Dio, intimamente unito a Lui e totalmente fiducioso nella sua infinita misericordia”.

“Uomo di preghiera”, il papa “si è totalmente consacrato a Maria e ha mostrato l’autenticità di questa consacrazione quando, risvegliatosi dall’anestesia dopo l’intervento alla trachea, ha subito scritto: ‘Ma io sono sempre Totus Tuus'”. A testimoniare la vicinanza del papa ai romani – ha proseguito il card. Ruini – sono le sue visite pastorali alle 301 parrocchie di Roma, agli ospedali (“le ha compiute ogni anno, finché ha potuto”), al clero romano, alle università. “Noi, questa sera – ha detto il cardinale – sentiamo prepotente nei nostri cuori il bisogno di dire “resta con noi” a questo Papa. E sappiamo bene che egli con noi rimane davvero”. I giorni che hanno accompagnato Giovanni Paolo II fino ai suoi funerali, “sono diventati, per Roma e per il mondo intero, giorni di straordinaria unità, di apertura dell’anima a Dio e di riconciliazione”, ha detto ancora il card. Camillo Ruini. “Un’unità – ha aggiunto il cardinale – che si è realizzata perché questo Papa ha tenuto saldamente insieme, e ha mostrato al mondo intero con tutta la sua vita, l’integrità della fede in Cristo e l’universalità dell’amore del medesimo Cristo che per tutti si è offerto sulla croce. Così, nella Messa per il Papa defunto, Piazza San Pietro ha potuto diventare simbolo quanto mai eloquente non dello ‘scontro di civiltà’, ma al contrario della grande ‘famiglia delle nazioni'”. “Noi romani – ha proseguito Ruini – abbiamo avuto il dono di essere testimoni diretti di questi eventi di grazia, e anche di potervi collaborare”. “Nella luce di questo medesimo Spirito – ha concluso Ruini – attendiamo il nostro nuovo Vescovo e Papa. Non siamo inutilmente e troppo umanamente curiosi di sapere anzitempo chi egli sarà. Ci disponiamo invece ad accogliere nella preghiera, nella fiducia e nell’amore colui che il Signore ci vorrà dare”. Il cardinale ha concluso la sua omelia con un ringraziamento “di tutto cuore” alla “Chiesa sorella di Cracovia e tutta l’amata Nazione polacca, nelle quali Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, ha ricevuto la vita, la fede e la sua mirabile ricchezza cristiana e umana, per essere così donato a Roma e al mondo intero”.Sir