Vita Chiesa

PAPA IN TURCHIA, MESSA A ISTANBUL: «LA PROSPETTIVA ECUMENICA AL PRIMO POSTO»

“Lo Spirito è la sorgente permanente della nostra fede e della nostra unità”. Lo ha detto Benedetto XVI, nella messa celebrata nella cattedrale dello Spirito Santo ad Istanbul, con cui si è concluso il viaggio apostolico in Turchia. “In questa cattedrale dello Spirito Santo, desidero rendere grazie a Dio per tutto ciò che egli ha compiuto nella storia degli uomini e invocare su tutti i doni dello Spirito di santità”, le parole del Papa, che all’inizio dell’omelia ha salutato il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, ed il patriarca armeno, Mesrob II, esprimendo a tali “fratelli venerati”la sua “profonda gratitudine per questo gesto fraterno che onora tutta la comunità cattolica”.

“Vi saluto tutti con gioia”, ha detto poi il Santo Padre rivolgendosi ai rappresentanti delle altre comunità ecclesiali e delle altre religioni, e ricordando “i tanti testimoni del Vangelo di Cristo che ci spronano a lavorare insieme per l’unità di tutti i suoi discepoli, nella verità e nella carità”. “Siamo beati quando lo Spirito Santo ci apre alla gioia di credere e quando ci fa entrare nella grande famiglia dei cristiani, la sua Chiesa, così molteplice nella varietà dei doni, delle funzioni e delle attività, e nello stesso tempo già una”, ha detto il Papa, per il quale “vivere secondo lo Spirito non significa vivere soltanto per sé”. Benedetto XVI ha poi rinnovare l’appello fatto nella chiesa di San Giorgio al Fanar: solo “ponendo la prospettiva ecumenica al primo posto delle nostre preoccupazioni ecclesiali – ha detto nell’omelia – vivremo realmente secondo lo Spirito di Gesù, al servizio del bene di tutti”. “Ventisette anni fa, in questa stessa cattedrale, – ha proseguito il Papa – il mio predecessore il Servo di Dio Giovanni Paolo II auspicava che l’alba del nuovo millennio potesse ‘sorgere su una Chiesa che ha ritrovato la sua piena unità, per meglio testimoniare, in mezzo alle esacerbate tensioni del mondo, il trascendente amore di Dio, manifestato nel Figlio Gesù Cristo’”, ha ricordato il Santo Padre. “Questo auspicio – ha puntualizzato – non si è ancora realizzato, ma il desiderio del Papa è sempre lo stesso e ci spinge, noi tutti discepoli di Cristo che avanziamo con le nostre lentezze e le nostre povertà sul cammino che conduce all’unità, ad agire incessantemente ‘in vista del bene di tutti, ponendo la prospettiva ecumenica al primo posto delle nostre preoccupazioni ecclesiali”. “La missione della Chiesa non consiste nel difendere poteri, né ottenere ricchezze; la sua missione è di donare Cristo, di partecipare la Vita di Cristo, il bene più prezioso dell’uomo che Dio stesso ci dà nel suo Figlio”. ha detto ancora il Papa, che nella messa conclusiva del suo viaggio in Turchia ha commentato la “bella immagine che adopera san Paolo per parlare della Chiesa, quella della costruzione le cui pietre sono tutte unite, strette le une alle altre per formare un solo edificio, e la cui pietra angolare, sulla quale tutto poggia, è Cristo”: “immagine meravigliosa della promessa di vita che Dio ha sempre fatto al suo popolo e che Gesù è venuto a compiere”. “In un mondo dove gli uomini hanno tanta difficoltà a dividere tra loro i beni della terra e dove ci si inizia a preoccupare giustamente per la scarsità dell’acqua – ha spiegato il Santo Padre – questo bene così prezioso per la vita del corpo, la Chiesa si scopre ricca di un bene ancora più grande”. Quello che consiste – le parole del Pontefice – nel “compito di annunciare il Vangelo fino ai confini della terra, vale a dire di trasmettere agli uomini e alle donne di questo tempo una buona novella che non solo illumina ma cambia la loro vita, fino a passare e vincere la morte stessa”. “La Chiesa non vuole imporre nulla a nessuno”, ma “chiede semplicemente di poter vivere liberamente per rivelare Colui che essa non può nascondere, Cristo Gesù che ci ha amati fino alla fine sulla Croce e che ci ha dato il suo Spirito, presenza viva di Dio in mezzo a noi e nel più profondo di noi stessi”. A riaffermarlo è stato oggi il Papa, nella parte finale dell’omelia pronunciata nella cattedrale di Istanbul. “Le vostre comunità – ha detto il Pontefice riferendosi ai fedeli presenti – conoscono l’umile cammino di accompagnamento di ogni giorno con quelli che non condividono la nostra fede ma che dichiarano ‘di avere la fede di Abramo e che adorano con noi il Dio uno e misericordioso’”, come recita la “Lumen Gentium”. Di qui l’invito conclusivo del Papa alla comunità cattolica turca: “Siate sempre aperti allo Spirito di Cristo e, pertanto, siate attenti a quelli che hanno sete di giustizia, di pace, di dignità, di considerazione per essi stessi e per i loro fratelli. Vivete tra voi secondo la parola del Signore”. Poi la preghiera finale dedicata a Maria, che “ha pregato nel cenacolo insieme con la comunità primitiva, in attesa della Pentecoste”. Sir

Visita in Turchia (28 novembre – 1° dicembre 2006): tutti i discorsi del Papa