Vita Chiesa

PRATO, LA CASA FAMIGLIA DELLA FONDAZIONE S. RITA COMPIE 40 ANNI: FU UNA DELLE IN ITALIA

Quarant’anni di Casa famiglia. Era la primavera del 1972 quando a Prato in via Segni la Fondazione Santa Rita dette vita a quella forma di accoglienza per minori in difficoltà che ancora oggi è una delle opere emblematiche tra le sue attività. «A quel tempo l’esperienza delle Case famiglia erano agli albori – spiega il presidente del Santa Rita Roberto Macrì -, nacquero come centri di assistenza educativa, sostitutiva agli inserimenti familiari ma soprattutto in alternativa agli istituti o agli orfanotrofi».La storia dice che le prime furono a Rimini nel 1972, su ispirazione di don Oreste Benzi, con la comunità Papa Giovanni XXIII, e appunto a Prato grazie all’intuizione di Roberto Faggi e Paola Pecci del Santa Rita, che già dagli anni ’30 costituisce un esempio nel campo dell’educazione dei minori a rischio. Dal quel periodo migliaia sono i ragazzi e le ragazze passate dalle Case famiglia del Santa Rita che oggi sono sette e accolgono una cinquantina persone (contando anche i centri diurni il numero arriva a cento). «Con un età che varia da un anno, ed è il caso della struttura Madre Bimbi, fino a 22 anni», dice Macrì. Mentre gli operatori che si occupano dei ragazzi, giorno e notte, sono 45.«Quella che cerchiamo di dare a questi ragazzi è una risposta qualificata e personalizzata – sottolinea Paola Perazzo, coordinatrice del settore pedagogico del Santa Rita – prima di tutto perché i nostro educatori sono tutte persone laureate e competenti e poi perché abbiamo differenziato la proposta di accoglienza a seconda delle situazioni che ci troviamo a gestire». Infatti le strutture esistenti sul territorio pratese – che spesso hanno a che fare con numerose richieste che provengono anche da fuori regione – sono di diversa tipologia, c’è la «Madre Bimbi», che accoglie giovani donne in gravidanza che non hanno nessuno, ci sono le Case famiglia per minori soli e quelle per giovani adulti che hanno bisogno ancora di «protezione» prima di trovare una propria collocazione autonoma nella società, infine ci sono strutture per persone con problemi di handicap o di tipo psichiatrico. «Non solo – aggiunge Macrì – abbiamo anche una struttura per la pronta accoglienza alla quale fanno riferimento le forze dell’ordine o la magistratura quando hanno bisogno di dare in custodia dei minori». Tutte queste attività vengono portate avanti grazie alla proficua collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Prato.Il servizio offerto a questi ragazzi non è solo accoglienza ma anche un aiuto per un inserimento attivo nella società. Un esempio su tutti il ristorante didattico «Opera 22», nel quale trovano lavoro alcuni giovani provenienti dalle Case famiglia. Il Santa Rita ha deciso di festeggiare la ricorrenza con una serie di iniziative. Sia ludiche e di intrattenimento, ma anche con un convegno proprio sul tema dell’importanza che ancora rivestono questo tipo di strutture con la loro assistenza. «Perché ciclicamente assistiamo a dibattiti che vorrebbero eliminarle e noi non siamo d’accordo», aggiunge il presidente Macrì.Si comincia martedì 15 maggio alle 17 con lo spettacolo del circo Parada, una associazione che propone laboratori artistici, di giocoleria e circensi di notevole livello e che nasce dal progetto per aiutare i bambini di strada a Bucarest. Poi due proiezioni di film, venerdì 18 maggio con «Freedom Writers», del 2007 sulla condizione di ragazzi problematici in un liceo californiano, e mercoledì 6 giugno con «Pinocchio nero», spettacolo di Marco Baliani su un progetto di recupero di bambini a Nairobi. Le iniziative si svolgono presso l’oratorio di Sant’Anna in viale Piave, a Prato.