Vita Chiesa

Papa Francesco: Angelus, «Dio non vuole mai la morte del peccatore»

 

Dio «non vuole mai la morte del peccatore, ma che si converta e viva». Durante l’Angelus di ieri, in cui migliaia di persone da tutto il mondo si sono date appuntamento in piazza san Pietro per festeggiare i primi tre anni di pontificato, il Papa ha sintetizzato così l’episodio della donna adultera, usando toni quasi teatrali: «La scena si svolge nella spianata del tempio. Immaginatela lì, sul sagrato», il suggerimento di Francesco ai fedeli: «Gesù sta insegnando alla gente, ed ecco arrivare alcuni scribi e farisei che trascinano davanti a lui una donna sorpresa in adulterio». «Quella donna si trova così in mezzo tra Gesù e la folla, tra la misericordia del Figlio di Dio e la violenza, la rabbia dei suoi accusatori», il racconto del Papa, che ha spiegato: «In realtà, essi non sono venuti dal Maestro per chiedere il suo parere – era gente cattiva – ma per tendergli un tranello. Infatti, se Gesù seguirà la severità della legge, approvando la lapidazione della donna, perderà la sua fama di mitezza e di bontà che tanto affascina il popolo; se invece vorrà essere misericordioso, dovrà andare contro la legge, che egli stesso ha detto di non voler abolire ma compiere. E Gesù è messo in questa situazione».

«Quella donna rappresenta tutti noi, che siamo peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù». Ha proseguito il Papa commentando ancora il brano evangelico dell’adultera. «Dio non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso», ha proseguito: «Abbiamo un nome, e Dio non identifica questo nome con il peccato che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole che anche noi lo vogliamo insieme con lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile con la sua grazia». Ha agito proprio in questo modo, con l’adultera: «Rimasero lì solo la donna e Gesù: la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra. E questo, quante volte accade a noi quando ci fermiamo davanti al confessionale, con vergogna, per far vedere la nostra miseria e chiedere il perdono! ‘Donna, dove sono?’, le dice Gesù. E basta questa constatazione, e il suo sguardo pieno di misericordia, pieno di amore, per far sentire a quella persona – forse per la prima volta – che ha una dignità, che lei non è il suo peccato, lei ha una dignità di persona; che può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova».

«Vi invito a prendere questo Vangelo e a leggerlo, un brano ogni giorno; così la misericordia del Padre abiterà nel vostro cuore e potrete portarla a quanti incontrate». Con queste parole il Papa ha rinnovato il gesto di donare alle migliaia di persone, presenti in piazza San Pietro durante l’Angelus di ieri, una copia tascabile del Vangelo di Luca, che leggiamo nelle domeniche di questo anno liturgico. Alle decine di migliaia di persone arrivate da ogni parte del mondo per festeggiare i tre anni di pontificato di Papa Francesco sono stati donati 40mila libretti del Vangelo della misericordia di san Luca. I volontari impegnati nella distribuzione sono stati gli operatori e gli assistiti del Dispensario Pediatrico di Santa Marta in Vaticano, insieme a un migliaio di nonni e anziani. «Quanto sono meritevoli i nonni e le nonne che trasmettono la fede ai nipotini!», ha detto il Papa rivolgendosi a questi ultimi. «Alla fine, nella pagina 123, ci sono le sette opere di misericordia corporale e le sette opere di misericordia spirituali», la segnalazione di Francesco: «Sarebbe bello che le imparaste a memoria, così è più facile farle!», l’auspicio del Papa: «E voi, volontari, nonni e nonne che distribuirete il Vangelo, pensate alla gente che è in Piazza Pio XII – si vede che non è potuta entrare – che anche loro ricevano questo Vangelo».