Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Spesso creiamo tante isole inaccessibili e inospitali»

La sua sordità esprime «l’incapacità di ascoltare e di comprendere non solo le parole degli uomini, ma anche la Parola di Dio». La prima cosa che Gesù fa è «portare quell’uomo lontano dalla folla: non vuole dare pubblicità al gesto che sta per compiere, ma non vuole nemmeno che la sua parola sia coperta dal frastuono delle voci e delle chiacchiere dell’ambiente. La Parola di Dio che il Cristo ci trasmette ha bisogno di silenzio per essere accolta come Parola che risana, che riconcilia e ristabilisce la comunicazione». Poi Gesù tocca le orecchie e la lingua del sordomuto: «Per ripristinare la relazione con quell’uomo ‘bloccato’ nella comunicazione, cerca prima di ristabilire il contatto». Ma «il miracolo è un dono dall’alto, che Gesù implora dal Padre». Per il Pontefice, «l’insegnamento che traiamo da questo episodio è che Dio non è chiuso in se stesso, ma si apre e si mette in comunicazione con l’umanità. Nella sua immensa misericordia, supera l’abisso dell’infinita differenza tra Lui e noi, e ci viene incontro».

«Per realizzare questa comunicazione con l’uomo – ha osservato il Santo Padre -, Dio si fa uomo: non gli basta parlarci mediante la legge e i profeti, ma si rende presente nella persona del suo Figlio, la Parola fatta carne. Gesù è il grande ‘costruttore di ponti’, che costruisce in se stesso il grande ponte della comunione piena con il Padre». Ma, ha avvertito Francesco, «questo Vangelo ci parla anche di noi: spesso noi siamo ripiegati e chiusi in noi stessi, e creiamo tante isole inaccessibili e inospitali. Persino i rapporti umani più elementari a volte creano delle realtà incapaci di apertura reciproca: la coppia chiusa, la famiglia chiusa, il gruppo chiuso, la parrocchia chiusa, la patria chiusa… E questo non è di Dio! Questo è nostro, è il nostro peccato». Eppure «all’origine della nostra vita cristiana, nel Battesimo, ci sono proprio quel gesto e quella parola di Gesù: ‘Effatà! – Apriti!’. E il miracolo si è compiuto: siamo stati guariti dalla sordità dell’egoismo e dal mutismo della chiusura e del peccato, e siamo stati inseriti nella grande famiglia della Chiesa; possiamo ascoltare Dio che ci parla e comunicare la sua Parola a quanti non l’hanno mai ascoltata, o a chi l’ha dimenticata e sepolta sotto le spine delle preoccupazioni e degli inganni del mondo».