Vita Chiesa

Papa Francesco: Angelus, appello per la pace nel mondo e la liberazione di tutte le persone sequestrate

Francesco, in particolare, ha rinnovato il suo appello «affinché, in occasione del Santo Natale, le persone sequestrate – sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli laici – siano rilasciate e possano tornare alle loro case». «Preghiamo per loro», ha aggiunto a braccio sostando qualche momento in silenzio. Poi una preghiera per la popolazione dell’isola di Mindanao, nelle Filippine, colpita da una tempesta che ha causato numerose vittime e distruzioni: «Dio misericordioso accolga le anime dei defunti e conforti quanti soffrono per questa calamità», la preghiera del Papa: «Preghiamo per questa gente», ha aggiunto di nuovo a braccio facendo ancora una volta insieme ai fedeli un momento di silenzio. Alle migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro, Francesco ha infine rivolto un invito: «In queste ore che ci separano dal Natale, mi raccomando, trovate qualche momento per fermarvi in silenzio e in preghiera davanti al presepe, per adorare nel cuore il mistero del vero Natale, quello di Gesù, che si avvicina a noi con amore, umiltà e tenerezza. E, in quei momenti, ricordatevi anche di pregare per me. Grazie! Buona domenica e buon Natale!».

 In precedenza Papa Francesco aveva parlato di Maria che – ha detto a braccio –  «non si vanta, è umile, modesta, rimane come sempre». Il Papa ha così riassunto l’atteggiamento della Madonna di fronte all’Angelo, al momento dell’Annunciazione. «Maria è veramente umile e non cerca di mettersi in mostra», ha detto il Papa durante l’Angelus della vigilia di Natale, in cui ha sottolineato che dopo l’annuncio dell’Angelo la futura madre di Gesù «riconosce di essere piccola davanti a Dio, ed è contenta di essere così». «Al tempo stesso – ha spiegato Francesco – è consapevole che dalla sua risposta dipende la realizzazione del progetto di Dio, e che dunque lei è chiamata ad aderirvi con tutta sé stessa».

Maria, quindi, «non si esalta di fronte alla prospettiva di diventare addirittura la madre del Messia, ma rimane modesta ed esprime la propria adesione al progetto del Signore». Il «contrasto tra le promesse dell’angelo e la risposta di Maria», secondo il Papa, «si manifesta nella dimensione e nel contenuto delle espressioni dei due protagonisti». L’angelo dice a Maria: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». «È una lunga rivelazione, che apre prospettive inaudite», il commento di Francesco: «Il bambino che nascerà da questa umile ragazza di Nazaret sarà chiamato Figlio dell’Altissimo: non è possibile concepire una dignità più alta di questa. E dopo la domanda di Maria, con cui lei chiede spiegazioni, la rivelazione dell’angelo diventa ancora più dettagliata e sorprendente». Invece, «la risposta di Maria è una frase breve, che non parla di gloria o di privilegio, ma solo di disponibilità e di servizio: ‘Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola’».

«In questa circostanza, Maria si presenta con un atteggiamento che corrisponde perfettamente a quello del Figlio di Dio quando viene nel mondo», ha fatto notare il Papa: «Egli vuole diventare il Servo del Signore, mettersi al servizio dell’umanità per adempiere al progetto del Padre». «L’atteggiamento di Maria rispecchia pienamente questa dichiarazione del Figlio di Dio, che diventa anche figlio di Maria», ha osservato Francesco: «Così la Madonna si rivela collaboratrice perfetta del progetto di Dio, e nel Magnificat potrà proclamare che Dio ha innalzato gli umili, perché con questa sua risposta umile e generosa ha ottenuto una gloria altissima».

«Mentre ammiriamo la nostra Madre per questa sua risposta alla chiamata e alla missione di Dio, chiediamo a lei di aiutare ciascuno di noi ad accogliere il progetto di Dio nella nostra vita, con sincera umiltà e coraggiosa generosità», l’auspicio finale.