Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus, «chi non si sente peccatore perdonato non potrà mai fare un gesto di perdono»

«La preghiera di Gesù, e quindi la preghiera cristiana – ha spiegato Francesco – è prima di tutto un fare posto a Dio, lasciandogli manifestare la sua santità in noi e facendo avanzare il suo regno, a partire dalla possibilità di esercitare la sua signoria d’amore nella nostra vita». Altre tre richieste, ha proseguito, completano la preghiera del Padre Nostro, ed «esprimono le nostre necessità fondamentali: il pane, il perdono e l’aiuto nelle tentazioni». «Non si può vivere senza pane, non si può vivere senza perdono e non si può vivere senza l’aiuto di Dio nelle tentazioni», il commento di Francesco: «Il pane che Gesù ci fa chiedere è quello necessario, non il superfluo; è il pane dei pellegrini, il giusto, un pane che non si accumula e non si spreca, che non appesantisce la nostra marcia. Il perdono è, prima di tutto, quello che noi stessi riceviamo da Dio: soltanto la consapevolezza di essere peccatori perdonati dall’infinita misericordia divina può renderci capaci di compiere concreti gesti di riconciliazione fraterna. Se una persona non si sente peccatore perdonato, mai potrà fare un gesto di perdono o di riconciliazione. Si comincia dal cuore dove ci si sente peccatore perdonato». L’ultima richiesta, «non abbandonarci alla tentazione», per il Papa «esprime la consapevolezza della nostra condizione, sempre esposta alle insidie del male e della corruzione. Tutti conosciamo cosa è una tentazione!». La preghiera, la sintesi di Francesco, «è il primo e principale strumento di lavoro nelle nostre mani! Insistere con Dio non serve a convincerlo, ma a irrobustire la nostra fede e la nostra pazienza, cioè la nostra capacità di lottare insieme a Dio per le cose davvero importanti e necessarie. Nella preghiera siamo in due: Dio e io a lottare insieme per le cose importanti». Tra queste «ce n’è una, la grande cosa importante che Gesù dice oggi nel Vangelo, ma che quasi mai noi domandiamo, ed è lo Spirito Santo», che «serve a vivere bene, a vivere con sapienza e amore, facendo la volontà di Dio».

«In questi giorni tanti giovani, da ogni parte del mondo, si stanno incamminando verso Cracovia, dove avrà luogo la trentunesima Giornata mondiale della gioventù. Anch’io partirò mercoledì prossimo, per incontrare questi ragazzi e ragazze e celebrare con loro e per loro il Giubileo della Misericordia, con l’intercessione di san Giovanni Paolo II». ha ricordato il Papa, al termine dell’Angelus di ieri, unendosi idealmente al «vento di festa» che si sta riversando verso Cracovia da quasi 200 Paesi e ha lanciato un appello ai fedeli presenti in piazza San Pietro: «Vi chiedo di accompagnarci con la preghiera». «Fin da ora – ha proseguito Francesco – saluto e ringrazio quanti stanno lavorando per accogliere i giovani pellegrini, con numerosi vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici. Un pensiero speciale rivolgo ai tantissimi loro coetanei che, non potendo essere presenti di persona, seguiranno l’evento attraverso i mezzi di comunicazione. Saremo tutti uniti nella preghiera!».