Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: contrapporre Dio e Cesare è fondamentalismo

«Questa è l’appartenenza fondamentale», ha spiegato Francesco commentando la frase di Gesù: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». «È Lui che ti ha dato tutto quello che sei e che hai», ha ricordato il Papa: «E dunque la nostra vita, giorno per giorno, possiamo e dobbiamo viverla nel ri-conoscimento di questa nostra appartenenza fondamentale e nella ri-conoscenza del cuore verso il nostro Padre, che crea ognuno di noi singolarmente, irripetibile, ma sempre secondo l’immagine del suo Figlio amato, Gesù. È un mistero stupendo». Il cristiano, per Francesco, «è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà umane e sociali senza contrapporre Dio e Cesare; contrapporre Dio e Cesare sarebbe un atteggiamento fondamentalista. Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà terrene, ma illuminandole con la luce che viene da Dio. L’affidamento prioritario a Dio e la speranza in lui non comportano una fuga dalla realtà, ma anzi un rendere operosamente a Dio quello che gli appartiene. È per questo che il credente guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere la vita terrena in pienezza, e rispondere con coraggio alle sue sfide». Nel brano evangelico, «Gesù dichiara che pagare la tassa non è un atto di idolatria, ma un atto dovuto all’autorità terrena; dall’altra – ed è qui che Gesù dà il «colpo d’ala» – richiamando il primato di Dio, chiede di rendergli quello che gli spetta in quanto Signore della vita dell’uomo e della storia. Il riferimento all’immagine di Cesare, incisa nella moneta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo – con diritti e doveri – cittadini dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all’altra immagine che è impressa in ogni uomo: l’immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati a sua immagine» apparteniamo anzitutto a lui. «La Vergine Maria ci aiuti a vivere sempre in conformità all’immagine di Dio che portiamo in noi, dentro, dando anche il nostro contributo alla costruzione della città terrena», l’auspicio finale.

«Ieri, a Barcellona, sono stati beatificati Matteo Casals, Teofilo Casajús, Fernando Saperas e 106 compagni martiri, appartenenti alla Congregazione religiosa dei Claretiani e uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola. Il loro eroico esempio e la loro intercessione sostengano i cristiani che anche ai nostri giorni – e tanti – , in diverse parti del mondo, subiscono discriminazioni e persecuzioni», ha detto il Papa all termine dell’Angelus in cui, nella Giornata missionaria mondiale, ha esortato «tutti a vivere la gioia della missione testimoniando il Vangelo negli ambienti in cui ciascuno vive e opera» e a «sostenere con l’affetto, l’aiuto concreto e la preghiera i missionari partiti per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono». «Ricordo anche che è mia intenzione promuovere un Mese Missionario Straordinario nell’ottobre 2019, al fine di alimentare l’ardore dell’attività evangelizzatrice della Chiesa ad gentes», ha annunciato il Papa, che nel giorno della memoria liturgica di san Giovanni Paolo II, «Papa missionario», ha affidato alla sua intercessione «la missione della Chiesa nel mondo».

«Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera per la pace nel mondo», l’altro invito di Francesco: «In questi giorni seguo con particolare attenzione il Kenya, che ho visitato nel 2015, e per il quale prego affinché tutto il Paese sappia affrontare le attuali difficoltà in un clima di dialogo costruttivo, avendo a cuore la ricerca del bene comune».