Vita Chiesa

Papa Francesco: Giornata comunicazioni sociali, «guardare la realtà con consapevole fiducia»

«Già i nostri antichi padri nella fede – scrive – parlavano della mente umana come di una macina da mulino che, mossa dall’acqua, non può essere fermata. Chi è incaricato del mulino, però, ha la possibilità di decidere se macinarvi grano o zizzania. La mente dell’uomo è sempre in azione e non può cessare di ‘macinare’ ciò che riceve, ma sta a noi decidere quale materiale fornire». Francesco esorta «tutti ad una comunicazione costruttiva che, nel rifiutare i pregiudizi verso l’altro, favorisca una cultura dell’incontro, grazie alla quale si possa imparare a guardare la realtà con consapevole fiducia».

«Spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e arginare la spirale della paura, frutto dell’abitudine a fissare l’attenzione sulle ‘cattive notizie’ (guerre, terrorismo, scandali e ogni tipo di fallimento nelle vicende umane)». È l’appello rivolto dal Papa ai comunicatori. «Certo – precisa Francesco -, non si tratta di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male. Vorrei, al contrario, che tutti cercassimo di oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite». Del resto, «in un sistema comunicativo dove vale la logica che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia, e dove il dramma del dolore e il mistero del male vengono facilmente spettacolarizzati, si può essere tentati di anestetizzare la coscienza o di scivolare nella disperazione».

«Uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia». Così il Papa nel messaggio, nel quale invita «tutti a offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della ‘buona notizia’». «La realtà, in sé stessa, non ha un significato univoco», osserva il Papa: «Tutto dipende dallo sguardo con cui viene colta, dagli ‘occhiali’ con cui scegliamo di guardarla: cambiando le lenti, anche la realtà appare diversa. Da dove dunque possiamo partire per leggere la realtà con ‘occhiali’ giusti? Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia». «Questa buona notizia che è Gesù stesso – sottolinea Francesco – non è buona perché priva di sofferenza, ma perché anche la sofferenza è vissuta in un quadro più ampio, parte integrante del suo amore per il Padre e per l’umanità».

«Ogni nuovo dramma che accade nella storia del mondo diventa anche scenario di una possibile buona notizia, dal momento che l’amore riesce sempre a trovare la strada della prossimità e a suscitare cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire», scrive ancora il Papa nel messaggio. Le immagini più che i concetti, spiega Francesco, sono utili «a comunicare la paradossale bellezza della vita nuova in Cristo, dove le ostilità e la croce non vanificano ma realizzano la salvezza di Dio, dove la debolezza è più forte di ogni potenza umana, dove il fallimento può essere il preludio del più grande compimento di ogni cosa nell’amore». L’invito del Papa è ad «essere ‘testimoni’ e comunicatori di un’umanità nuova, redenta» nella «persuasione che è possibile scorgere e illuminare la buona notizia presente nella realtà di ogni storia e nel volto di ogni persona».

Testo integrale del Messaggio del Papa