Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa: «Avere il coraggio di seguire da vicino Gesù»

«Soltanto una volta» – ha ricordato Francesco – Gesù «si è permesso di chiedere al Padre di allontanare un po’ questa croce: ‘Padre – nell’Orto degli Ulivi – se possibile, allontana da me questo calice. Ma non sia fatta la mia, ma la tua volontà’. Obbediente; quello che il Padre vuole. Deciso e obbediente e niente di più. E così, fino alla fine». Ma i discepoli non seguirono il maestro, nel cammino verso Gerusalemme e verso la croce, ha ricordato il Papa: a volte «non capivano cosa volesse dire o non volevano capire, perché erano impauriti»; altre volte «nascondevano la verità» o si distraevano facendo «cose alienanti»; oppure, come si legge nel Vangelo di oggi, «cercavano un alibi per non pensare» a quanto attendeva il Signore. E Gesù era solo, ha sottolineato Francesco a proposito della «solitudine di Gesù nel cammino verso Gerusalemme: solo. E questo, fino alla fine. Pensiamo poi all’abbandono dei discepoli, al tradimento di Pietro … Solo. Il Vangelo ci disse che gli apparve soltanto un angelo dal cielo per confortarlo nell’Orto degli Ulivi. Soltanto quella compagnia. Solo».

«Prenderci un po’ di tempo per pensare» a Gesù che «tanto ci ha amato», «che ha camminato «solo verso la croce» nell’incomprensione dei suoi, il suggerimento del Papa. «Pensare», «vedere», «ringraziare» Gesù, obbediente e coraggioso, e «fare con lui un colloquio»: «Quante volte io cerco di fare tante cose e non guardo Te, che hai fatto questo per me? Che sei entrato in pazienza – l’uomo paziente, Dio paziente -, che con tanta pazienza tolleri i miei peccati, i miei fallimenti? E parlare con Gesù così. Lui è deciso sempre andare avanti, a mettere la faccia, e ringraziarlo. Prendiamo oggi un po’ di tempo, pochi minuti – cinque, dieci, quindici – davanti al Crocifisso forse o con l’immaginazione vedere Gesù camminare decisamente verso Gerusalemme e chiedere la grazia di avere il coraggio di seguirlo da vicino».