Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa a S. Marta: Dio non perdona «la finta santità»

I finti santi, che anche davanti al cielo si preoccupano di sembrarvi più che di esservi, e i peccatori santificati, che al di là del male fatto hanno imparato a «fare» un bene più grande. Non c’è mai stato dubbio su chi Dio preferisca, afferma Papa Francesco, che pone queste due categorie al centro della sua meditazione. La conversione – ha detto il Papa – passa attraverso l’imperativo: «Imparate a fare il bene!» perché «la sporcizia del cuore non si toglie come si toglie una macchia: andiamo in tintoria e usciamo puliti… Si toglie col ‘fare’». Il Papa esorta quindi a soccorrere i più poveri e i più bisognosi: «Fate giustizia a loro, andate dove sono le piaghe dell’umanità, dove c’è tanto dolore… E così, facendo il bene, tu laverai il tuo cuore». Ma il Vangelo del giorno presenta anche il gruppo degli scaltri, quelli «che – stigmatizza Francesco – dicono le cose giuste, ma che fanno il contrario». «Tutti – soggiunge – siamo furbi e sempre troviamo una strada che non è quella giusta, per sembrare più giusti di quello che siamo: è la strada dell’ipocrisia».

«Questi – incalza il Papa – fanno finta di convertirsi, ma il loro cuore è una menzogna: sono bugiardi! È una menzogna… Il loro cuore non appartiene al Signore; appartiene al padre di tutte le menzogne, a satana. E questa è la finta della santità. Mille volte Gesù preferiva i peccatori a questi. Perché? I peccatori dicevano la verità su loro stessi. ‘Allontanati da me Signore che sono un peccatore!’: lo aveva detto Pietro, una volta. Uno di questi mai dice questo! ‘Ti ringrazio Signore, perché non sono peccatore, perché sono giusto’… Nella seconda settimana della Quaresima ci sono queste tre parole da pensare, da meditare: l’invito alla conversione, il dono che ci darà il Signore e, cioè, un perdono grande, un grande perdono, e la trappola, cioè fare finta di convertirsi, ma prendere la strada dell’ipocrisia».