Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa: «la corruzione è una forma di bestemmia»

La prima – riferisce Radio Vaticana – è il grido dell’angelo: «È caduta Babilonia», la grande città, «quella che seminava la corruzione nei cuori della gente» e che porta «tutti noi per la strada della corruzione». «Il linguaggio di questa Babilonia, di questa mondanità, è bestemmia, non c’è Dio», ha spiegato Francesco: «c’è il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento». Questa mondanità che seduce i grandi della terra cadrà: «Ma questa cadrà, questa civiltà cadrà e il grido dell’angelo è un grido di vittoria: ‘È caduta’, è caduta questa che ingannava con le sue seduzioni. E l’impero della vanità, dell’orgoglio, cadrà, come è caduto Satana, cadrà». Contrariamente al grido dell’angelo, che era un grido di vittoria per la caduta di «questa civiltà corrotta», c’è un’altra voce potente, ha sottolineato Francesco, il grido della folla che dà lode a Dio: «Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio». Si tratta della «voce potente dell’adorazione, dell’adorazione del popolo di Dio che si salva e anche del popolo in cammino, che ancora è sulla terra. Il popolo di Dio, peccatore ma non corrotto: peccatore che sa chiedere perdono, peccatore che cerca la salvezza di Gesù Cristo».

Per i cristiani però «non è facile adorare», ha osservato il Papa: «Siamo bravi quando preghiamo chiedendo qualcosa» ma la preghiera di lode «non è facile farla». Bisogna però impararla, «dobbiamo impararla da adesso per non impararla di fretta quando arriveremo là», ha ammonito Francesco. Una preghiera che dice soltanto: «Tu sei Dio. Io sono un povero figlio amato da te». La terza voce, infine, è un sussurro. L’angelo che dice di scrivere: «Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!». L’invito del Signore infatti non è un grido ma «una voce soave». Come quando Dio parla a Elia. «La voce di Dio – ha affermato il Papa – quando parla al cuore è così: come un filo di silenzio sonoro». E questo invito alle «nozze dell’agnello» sarà la fine, «la nostra salvezza», ha sostenuto Francesco. Quelli che sono entrati nel banchetto, secondo la parabola di Gesù, sono infatti coloro che erano nei crocevia dei cammini, «buoni e cattivi, ciechi, sordi, zoppi, tutti noi peccatori ma con l’umiltà sufficiente per dire: ‘Sono un peccatore e Dio mi salverà’». «E se abbiamo questo nel cuore Lui ci inviterà», ha concluso il Papa, e sentiremo «questa voce sussurrata» che ci invita al banchetto, e con la quale finisce il Vangelo.