Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa: la «docilità allo Spirito» porta «bontà, pace, mitezza»

L’esempio scelto dal Papa per spiegare che la docilità allo Spirito è l’esatto contrario della resistenza allo Spirito è quello dei cristiani di Antiochia – terra «dove ci hanno dato il cognome», dove per la prima volta i discepoli sono stati chiamati con l’appellativo di cristiani – che cominciarono ad annunziare Gesù Cristo anche ai greci, «ai pagani», perché sentivano che lo Spirito li spingeva a fare questo: «sono stati docili», il commento di Francesco. «Sono stati i laici – ha proseguito – a portare la Parola, dopo la persecuzione, perché avevano questa docilità allo Spirito Santo». L’Apostolo Giacomo nel primo capitolo della sua Lettera, esorta infatti ad «accogliere con docilità la Parola». Bisogna quindi essere aperti, «non rigidi». Il primo passo nel cammino della docilità è quindi «accogliere la Parola», cioè «aprire il cuore».

Il secondo è quello di «conoscere la Parola», «conoscere Gesù» che infatti dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono». Terzo passo, «la familiarità con la Parola»: «Portare sempre con noi la Parola, leggerla, aprire il cuore alla Parola, aprire il cuore allo Spirito che è quello che ci fa capire la Parola. E il frutto di questo ricevere la Parola, di conoscere la Parola, di portarla con noi, di questa familiarità con la Parola, è un frutto grande: l’atteggiamento di una persona che fa questo è bontà, benevolenza, gioia, pace, padronanza di sé, mitezza».

Questo è lo stile che dà la docilità allo Spirito, ha spiegato Francesco: «Ricevere con docilità la Parola, conoscere la Parola e chiedere allo Spirito la grazia di farla conoscere e poi dare spazio perché questo seme germogli e cresca in quegli atteggiamenti di bontà, mitezza, benevolenza, pace, carità, padronanza di sé: tutto questo che fa lo stile cristiano». «C’è lo Spirito che ci guida a non sbagliare, ad accogliere con docilità lo Spirito, conoscere lo Spirito nella Parola e vivere secondo lo Spirito», ha concluso il Papa: «e questo è il contrario alle resistenze».