Vita Chiesa

Papa Francesco: «Quaresima è il tempo per dire no ad ogni tentativo di banalizzare la vita»

«Il soffio della vita di Dio – ha assicurato Francesco – ci libera da quella asfissia di cui tante volte non siamo consapevoli e che, perfino, ci siamo abituati a ‘normalizzare’, anche se i suoi effetti si fanno sentire; ci sembra normale perché ci siamo abituati a respirare un’aria in cui è rarefatta la speranza, aria di tristezza e di rassegnazione, aria soffocante di panico e di ostilità». «In questo tempo di grazia che oggi iniziamo, fissiamo ancora una volta il nostro sguardo sulla sua misericordia», l’appello iniziale di Francesco sulla scorta del «grido» del profeta Gioele: «Ritornate a me con tutto il cuore, ritornate al Signore». «La Quaresima è una via», ha spiegato il Papa: «Ci conduce alla vittoria della misericordia su tutto ciò che cerca di schiacciarci o ridurci a qualunque cosa che non sia secondo la dignità di figli di Do». «La Quaresima è la strada dalla schiavitù alla libertà, dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita», ha proseguito Francesco, sottolineando che «il gesto delle ceneri, con cui ci mettiamo in cammino, ci ricorda la nostra condizione originaria: siamo stati tratti dalla terra, siamo fatti di polvere». «Sì, ma polvere nelle mani amorose di Dio che soffiò il suo spirito di vita sopra ognuno di noi e vuole continuare a farlo; vuole continuare a darci quel soffio di vita che ci salva da altri tipi di soffio», ha precisato il Papa stigmatizzando «l’asfissia soffocante provocata dai nostri egoismi, asfissia soffocante generata da meschine ambizioni e silenziose indifferenze; asfissia che soffoca lo spirito, restringe l’orizzonte e anestetizza il palpito del cuore».

«Quaresima è il tempo per dire no». Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa delle Ceneri li ha elencati, questi «no»: «No all’asfissia dello spirito per l’inquinamento causato dall’indifferenza, dalla trascuratezza di pensare che la vita dell’altro non mi riguarda; per ogni tentativo di banalizzare la vita, specialmente quella di coloro che portano nella propria carne il peso di tanta superficialità». La Quaresima, inoltre, per Francesco «vuole dire no all’inquinamento intossicante delle parole vuote e senza senso, della critica rozza e veloce, delle analisi semplicistiche che non riescono ad abbracciare la complessità dei problemi umani, specialmente i problemi di quanti maggiormente soffrono». «La Quaresima è il tempo di dire no», ha ripetuto il Papa: «No all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto». «Quaresima è il tempo di dire no  – ha proseguito Francesco –  all’asfissia che nasce da intimismi che escludono, che vogliono arrivare a Dio scansando le piaghe di Cristo presenti nelle piaghe dei suoi fratelli: quelle spiritualità che riducono la fede a culture di ghetto e di esclusione».

«Quaresima è tempo di memoria, è il tempo per pensare e domandarci: che sarebbe di noi se Dio ci avesse chiuso le porte? che sarebbe di noi senza la sua misericordia che non si è stancata di perdonarci e ci ha dato sempre un’opportunità per ricominciare di nuovo?». Sono le esortazioni, sotto forma di interrogativi, contenute nella parte finale dell’omelia pronunciata dal Papa. «Quaresima è il tempo per domandarci: dove saremmo senza l’aiuto di tanti volti silenziosi che in mille modi ci hanno teso la mano e con azioni molto concrete ci hanno ridato speranza e ci hanno aiutato a ricominciare?», ha proseguito Francesco: «Quaresima è il tempo per tornare a respirare, è il tempo per aprire il cuore al soffio dell’Unico capace di trasformare la nostra polvere in umanità». Poi un’indicazione, per così dire, pedagogica: «Non è il tempo di stracciarsi le vesti davanti al male che ci circonda, ma piuttosto di fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza». Quaresima, ha concluso il Papa, «è il tempo della compassione per dire con il salmista: ‘Rendici, Signore, la gioia della tua salvezza, sostienici con uno spirito generoso’, affinché con la nostra vita proclamiamo la tua lode, e la nostra polvere – per la forza del tuo soffio di vita – si trasformi in ‘polvere innamorata’».